A cura di Asia noveduenovedj

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Ecco come talvolta un semplice bagno di musica riesce a trasformarsi in un’esplosione di emozioni, in una carica di vitalità e in reti di contatti, che generano onde di creatività.
Questo è l’aspetto sommerso di una Genova dipinta ai miei occhi, che troppo spesso viene etichettata in 8 modi diversa : pericolosa, sporca, rivoltosa, armata, violenta, Borgoratti(forse no),ciminiere, salite.
Eccoci invece in una città capace di rivelarsi l’opposto di queste  Generiche8 e di realizzare una grande” festa in casa”all’aperto davanti al mare.
Lo incontro col suo cappello nero appoggiato alla transenna, che ci serve da tavolo,  senza  orario concordato,  senza registratore …  Enrico, lui che si scusa prima di presentarsi, perché le sue mani sono “sporche” di cane … qualcosa vorrà dire e la leggerezza inizia a farci comunicare. Un modo forse ovvio iniziare a parlare della loro carriera di quasi vent’anni e lui si apre in un sorriso gentile e commosso rispondendo: “Carriera…che bella parola hai detto!” continua ironico chiedendomi:”Tu devi essere di Genova?”ecco la sottile essenza della “C” aspirata che unisce noi Toscani.
Come  puoi non scrivere bene di qualcuno che ti dice “bè , scrivine bene”!
Dal mio interesse per la copertina del disco, mi racconta di come Jacopo Fo’ abbia influito in modo determinate sulla creazione di questo lavoro. La scelta caduta su questo animaletto strano, tra i vari disegni del fumettista d’arte, è avvenuta proprio osservandoli tutti e scoprendo in questo “ improbabile”  l’unico che sorride: ha gambe corte che corrono e si aggrappano ,quindi  ti chiedi come può muoversi, ha una bocca da cui non si può cibare… ma nonostante il suo aspetto sorride (sti’ cazzi) beffardo e fiero di rappresentare la musica.
L’Associazione Libera Università di Alcatraz, istituita a Gubbio dal figlio di Dario Fo’ e Franca Rame, ha accolto  la creazione di “L’Improbabile” stilato in soli  5 giorni riempiendo un quaderno bianco.  Parole integrate con una collaborazione importante come quella con Francesco Gazzè, che Erriquez mi spiega presente solo in una track , non rivelandone il titolo.
Così ci spostiamo rapidamente a una singola traccia del loro album “La selezione naturale” di cui mi inizia a parlare divertito, ma serio allo stesso tempo, quando gli chiedo cosa pensa del meccanismo evolutivo: ”E’ qualcosa di ineluttabile, solo che talvolta questo è inaccettabile: i più deboli dovrebbero essere raccolti , riuscendo a condurli per mano verso una sopravvivenza dignitosa”.
Fieri di essere nemici del mondo mettendoci del cuore …Francesco Gazzè è il paroliere di questa poesia musicale e io l’ho scoperto solo oggi!
Il live scorre attraverso la semplicità dell’alfabeto : ogni canzone è introdotta con un cartellone, su cui in colore rosso appare la lettera iniziale. Dalla più conosciuta alla più recente, dalla meno nota a quelle più legate al passato, tutte generano lo scorrere di due ore in una gioia incondizionata.
Ogni due anni la banda omaggiante Brigitte Bardot riesce nella sua evoluzione coerente e a settembre ripartirà con un tour europeo, che vedrà nella data di Londra una sorpresa del cuore!
Buona vita  e se andate alla data di Londra portate una “pezzola” … solo per le lacrime di emozione infinita!

Asia noveduenovedj

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