A cura di Francesco Lenzi

STEBY”Troppo rumore”(Advice Music/Edel)
Oggi vi parleremo di un cd più”leggero”rispetto a quelli trattati di solito da me in questo blog,ma non per questo meno interessante o disprezzabile,tutt’altro.
Sto parlando dell’esordio di Steby,cantante di latina,che dopo innumerevoli concorsi e partecipazioni a festival importanti(tra cui le selezioni per sanremo giovani),approda adesso al suo esordio discografico.
Steby(vero nome:Stefania Bianconi) è una cantante giovane con grinta e personalità interessante e in questo disco “svecchia”lo stato della musica”pop”italiana,con 12 tracce frizzanti e piacevoli,in cui dimostra di avere le idee chiare(e che si può anche fare della musica leggera di qualità).
Veniamo all’analisi dettagliata del disco.
L’inizio,affidato a “Sabato sera è qui”,incrocia delle chitarre hard rock a lampi di elettronica per creare un connubio molto moderno;il testo affronta in maniera curiosa lo sdoppiamento di personalità di alcuni giovani nel “famigerato”sabato sera.
Il tutto narrato in prima persona,ma senza retorica(“sabato sera è qui,quel che resta di una vita a pezzi/urlano il mio nome/bianco il mio colore,no/alcool nelle vene/so che non conviene,la storia è sempre quella/quella che fa male”)…..la melodia in primo piano,stemperata però da degli assoli chitarristici di stampo heavy nel finale;e la voce fa il resto,giovane ed interessante,fresca.
Con”briciole di noi”ci fiondiamo in un’atmosfera completamente diversa:una ballad soffice,adornata da chitarre liquide e da un mood morbido e notturno al tempo stesso.
Le liriche affrontano la fine di una relazione(“nel mosaico di perchè/io mi ritroverò(…)/noi,armadi vuoti noi/e quello che non sai amare no,non serve/nemmeno se lo vuoi”)su delle ritmiche sincopate,con riminiscenze vaghe di electro-funk anni ’80 e qualche accenno di R&B moderno tra le righe(ottimo l’arrangiamento).
Si torna al rock con la title-track,e le chitarre sono in grande spolvero,all’unisono con le trame”orchestrali”;un bel pezzo riuscito,tra quelli che preferisco del cd,e potrebbe essere un ottimo singolo.
Anche qui viene trattata la fine di una relazione(nello specifico il sentimento di rivalsa verso la persona che ha deluso la protagonista),ma in maniera più rockeggiante ,come dicevo poco fa,senza però tralasciare la melodia che è sempre al centro dell’attenzione;ed il risultato è un brano estremamente godibile,dal ritornello irresistibile(“voglio gridare fino a morire/tutto quello che resta di te/un labirinto e troppo rumore/dimmi se esiste la vita che non c’è qui per noi”).
Il connubio tra il cantato squisitamente pop(con la voce perfetta di Steby) e chitarre dal sapore hard melodico che sanno tanto di anni ’80(mi vengono in mente lievi influenze di Bon Jovi ed Europe,ma anche altre glorie pop rock di quell’era)è ben riuscito e dosato,e anche piuttosto curioso(anche perchè non capita di sentire delle schitarrate heavy in un prodotto pop ben confezionato….e questo è sicuramente un altro punto di vantaggio,almeno per me).
La malinconia di una storia che finisce è un po’ il leit motiv di alcuni brani del disco,e viene affrontata però da punti di vista differenti tutte le volte;difatti anche”Due soldi di te”non fa eccezione,ma stavolta siamo catapultati su un’atmosfera ariosa,decisamente pop e”leggera”(nel senso più nobile del termine).
Il gioco dei contrasti stavolta fa sì che ad una musica quasi spensierata,faccia da contraltare un testo riflessivo e introspettivo,con la voce di Steby che emoziona come non mai(“lasciami sognare per capire dove andare,se gettare questo cuore,sai/lasciami restare sola al buio a farmi male sempre senza te”).
Ancora più personale ed evocativa è”Quello che non ho”,e ritorna un po’ la grinta delle chitarre accorpate a un gran lavoro di tastiere,ma sullo sfondo:qui viene affrontato il tradimento,e nello specifico,le reazioni di una donna all’abbandono del suo uomo per un ‘altra donna,il tutto narrato con poetico realismo(“è arrivato il momento/finalmente lo sento/non mi basta rubare quello che non ho/la clessidra del vento/ha fermato il suo tempo/non mi serve rubare quello che non ho”).
Il disco vive di varie anime,e quindi”anche la luna”è una ballata che coniuga chitarre acustiche e una tromba lievemente jazzata nell’introduzione(e che riaffiora qua e là);stavolta la relazione finita che viene sviscerata nel testo,si pervade di poetica malinconia(“anche la luna sarà avvolta da lacrime blu/sciolte nel tempo da chi credeva in un amore così”).
Anche questa potrebbe essere un singolo di successo,data la sua qualità”catchy”,anzi son sicuro che lo diventerà:complice come sempe la voce si Steby,in grande spolvero(degno di nota anche il malinconico assolo alla 6 corde che chiude il pezzo).
“Inequivocabilmente”inizia come una ballata che le settime maggiori rendono ariosa,ma si sposta quasi subito in un pop rock di grande impatto melodico(e non poteva che essere così);il ritratto di un amore difficile ed egoista che lacera la storia dal suo interno(“sei l’inferno e il paradiso/sei una ruga sul mio viso/ti commuovi,ma non piangi/compatisci,non rimpiangi/neanche i giorni di dolce armonia”).
“Per amarti”ha un’andatura da moderno R&B,e anche questa me la immagino come un sicuro successo(non so perchè ma mi è balenato in mente un immaginario videoclip mentre l’ascoltavo);le liriche sono molto interessanti,e parlano di una persona che per amarne un’altra,azzera la sua personalità,con tutte le conseguenze(“per amarti ho annullato l’energia che avevo in me/per amarti ho sognato dei risvegli che non ho”).
Al solito ottima performance vocale di Stefania,che a questo punto non ha bisogno di spiegazioni o di ulteriori conferme;finale quasi orientaleggiante.
L’introspezione si fa ancora più evidente su”aria di te”,un ricordo di un amico che non c’è più(“troppe sono le cose come le rose che si aprono ai pensieri di te/amico mio,che porti addosso il ricordo di noi”);una ballata struggente e moderna,ben strutturata e arrangiata,cesellata con garbo(con perfino un accenno hip hop nel finale,ma molto lieve e appena “sussurrato”).
“Se fosse amore”è pura gioia emotiva,ed è un brano spensierato che spezza il mood malinconico del brano precedente;sulle note di una canzone sempre tra pop e rock soffice,si parla della nascita -forse-di un nuovo amore e non può che essere felicità pura(“forse un pescatore,un bimbo,addirittura un aquilone/o mi troverà infilata nel tuo cuore)”:Steby canta e trasmette la sua gioia di vivere in maniera credibile perchè”reale”e non costruita.
Una canzone che sa di anni ’60 fin dal titolo è”Re dei girasoli”:su un’atmosfera al solito spensierata,Steby ci rivela tutta la sua anima da sognatrice,con dei bellissimi ricami vocali molto soulful;è questa la mia canzone preferita del disco,e regala delle emozioni come cascate infinite proprio perchè sognante eppure spensierata e-perchè no?-anche un po’ sbarazzina(“dimmi,aspettavi me?/dimmi,chissà poi perchè/fiori di lillà/luce candida/mi avvicinerò/e forse bacerò un principe d’amore se il mio nome forte sussurrerà”).
Chiude il disco”Mille bolle”e si ritorna un po’ ad un mood rockeggiante,ma anche in questo caso dal sapore vintage(i sixties sembrano essere nuovamente un punto di riferimento,complice anche la 12 corde e le tastiere dal sapore retrò);sentimenti di rinascita dopo la fine di un amore(“leggermente è la sensazione folle dentro me/trasparente,il nome del colore che rimane di te”).
Il finale incastra anche delle influenze insolitamente drum & bass,per poi ritornare al ritornello del pezzo.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalla bravura di Steby,che accarezza ed emoziona con personalità e ottima interpretazione dei pezzi;il disco stesso è molto piacevole e godibile,ed è la dimostrazione che si può comporre(e cantare)ancora musica leggera di qualità,lontana dalle stucchevolezze al quale la classifica ci ha abituati.
Quindi complimenti davvero;e un’ulteriore nota di merito agli arrangiamenti del disco,che osano e non hanno paura di rivelare influenze peculiari.
Siamo sicuri che Steby avrà un futuro dorato davanti a sé….a lei i nostri migliori auguri.

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