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Davide Geddo, cantautore di Albenga, dopo i due lavori precedenti “Fuori dal comune”“Non sono mai stato qui”, torna nel 2016 con “Alieni”. Si mescolano atmosfere blues, funk, pop, unendosi in un piacevole cantautorale.
I riferimenti che vengono alla mente: Claudio Lolli, Lucio Dalla,  Bennato, Pino Daniele.
Una raccolta di canzoni che trattano di individualismo, solitudine, dove pullulano personaggi sicuramente a tutto tondo.
Ben quattordici tracce in questo album ricchissimo di contenuti, strabordante a cui dedicare un attento ascolto.
Arrangiamenti assolutamente acustici soprattutto dal primo brano “Chiaro”, a parte qualche loop, idem in “Lampi Di Settembre” dove una chitarra ritmica funkeggiante la fa da padrona: fanno capolino un organo jazz, degli archi piacevolissimi e un flauto jazzato.
Leggendo altre recensioni su altre webzine, mi sorge un dubbio: ma i dischi li ascoltate?
Non mi sembra, nessuno nota delle perle bellissime all’interno dei brani, che meritano di essere valorizzate.
Ormai si fa zapping per scrivere due righe d’articolo, questo è quanto.
Divertente “Due”, dove con gusto si fa tanta ironia. “Due teste di…” e la musica diventa parte integrante del testo.
Ci sorprende un’armonica in “Cammina Cammina” con un folk, ma non troppo, c’è qualcosa alla De Gregori.
Bel preludio orchestrale in “Paolina”, per poi sfociare in una ballata italiana dei migliori cantautori italiani anni Settanta: belle armonie.
Sapori rock in “Portami A Casa” : arrangiamenti fondamentalmente acustici ben variegati che creano sempre una sensazione di novità tra una traccia e l’altra, nonostante il “genere” sia fedele a se stesso.
“In questa fottutissima città” si canta “Un Altro Giorno” con riflessioni sociali e un mood vagamente alla Lorenzo Cherubini, Jovanotti.
Mentre un romantico Alex Britti fa capolino nello stile in “Briciole” e il disco prende una piega intimissima con “Non Dirmelo” , un cantato dal registro gravissimo, poetico, filosofico, narrante.
Raffinato e trasognato in Chloe , arrangiamenti ben compiuti tra pianoforte, chitarra, batteria sostanziosa, pulita, ben cadenzata.
Per Ciò Che Mi Riguarda” apre con un rhodes piano da sborrata audiofila, con tanto di batteria/chitarra soffusa jazz, uno dei pezzi più soddisfacenti dell’album a livello di arrangiamenti. Piccolo neo: la melodia ricorda moltissimo “Je so pazzo” di Pino Daniele.
Piano e chitarra che dialogano raggiungono altissimi livelli di espressività prima della chiusura ritmica finale.
Passano un po’ in sordina “La Ragazza Senza Dubbi” e “Alle Bionde Piace Noir” , mentre si chiude con stile, atmosfere assolutamente tra Lolli e Dalla, in “Ore e Sangue” dove le incertezze dell’intonazione si fanno grande espressività. Fingerpicking fantastico in questo brano e piccoli accenni country.

 

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