Si è conclusa sabato 10 febbraio la tanto attesa settimana sanremese, un bilancio positivo di ascolti, con numeri record di share.
Amadeus, sempre alla direzione artistica e per la quinta volta presentatore all’Ariston, al grido di Sanremo si ama, ha condotto le cinque serate, accompagnato da “valletti” del calibro di Marco Mengoni, Giorgia, Teresa Mannino, Lorella Cuccarini e il suo grande amico, l’onnipresente Rosario Fiorello. Un palco straordinario, modernità ed eleganza hanno fatto da padroni sulla scena, seppure numerosi siano stati gli intoppi tecnici audio. Un grande plauso alla sempre impeccabile e pronta a tutto (ed a Sanremo ahimè, i musicisti e i coristi, spesso ne devono cantare e suonare di ogni sorta…) Orchestra Rai guidata dal maestro Leonardo De Amicis.
La prima serata è stata una vera e propria maratona, presentare tutti e trenta i cantanti in gara, ha costretto molti di loro ad esibirsi ben oltre la mezzanotte e far concludere la puntata dopo le due, di certo l’orario non ha agevolato la dovuta attenzione che si dovrebbe avere nell’ascoltare nuove canzoni.
La stella che maggiormente ha brillato nella serata inaugurale, è stata senza dubbio quella di Marco Mengoni, ironico e brillante anche come presentatore, si è confermato il consueto performer straordinario, così come lo è stata Giorgia la sera successiva. Ci hanno regalato dei medley pieni di grinta, due voci incredibili, che in fondo un po’ tutti avremmo voluto rivedere in gara quest’anno. Grande simpatia e intelligenza per l’arguta satira della Mannino nella terza serata, mentre Lorella Cuccarini in quella successiva, sfoggiando una forma smagliante, ha calcato il palco con la sicurezza di una veterana. Il mattatore Fiorello, diverte e intrattiene da navigato showman, nonostante la lunghezza dell’ultima puntata, sorretto dalla storica intesa con il presentatore.
Tra i super ospiti stranieri, un ridicolizzato John Travolta, con l’imbarazzante esibizione sul Ballo del Qua Qua e caso pubblicità occulta a seguito. Russel Crowe, nella terza serata, dismessi i panni del Gladiatore, decide di indossare quelli da cantante; presenta la sua prossima tournée esibendo il suo talento canoro sulle note di Let the light shine. Sul palco dell’Ariston anche Eros Ramazzotti che omaggia i 40 anni di Terra promessa, cantandola proprio dove tutto ebbe inizio nel 1984. Nell’ultima serata invece il ballerino Roberto Bolle, ammaliante e incantatore, disegna geometrie perfette danzando sulle note del Bolero di Ravel. Tra le performance più toccanti e maggiormente attese, il ritorno sulle scene del maestro Giovanni Allevi. Il pianista ascolano, ha commosso il pubblico che tanto lo ha sostenuto in questi suoi anni di silenzio e malattia, raccontando la sua sofferenza e la sua rinascita. Si esibisce con un nuovo brano, annunciando il tanto agognato tour, simbolo di questo ritorno alla vita e alla musica.
Sempre attesa la serata delle cover del venerdì, dove ospiti e sorprese non sono mancate anche quest’anno. Vince Geolier accompagnato da Luchè, Guè e D’Alessio con il brano Strade, fischiatissimo dal pubblico dell’Ariston. Di certo l’intensità e l’emozione sulle note dell’Alleluja di Cohen, interpretata da una delle voci più belle del rock, la regina Skin insieme ai talentuosi Santi Francesi, avrebbe meritato maggiormente.
Ma torniamo alla vera gara sanremese. Tanti i big e “meno big” presenti, con canzoni in pieno stile super hit pop anni ‘90, il tutto arricchito da sprazzi trap e rap qua e là. Più che Sanremo a tratti sembrava di rivedere il tanto compianto Festival Bar, in quanto i tormentoni da radio e ombrellone, sono stati il filo conduttore che ha unito la maggioranza dei partecipanti. Vincitrice del Festival, del premio della critica e della miglior composizione musicale, la talentuosa figlia d’arte Angelina Mango con La noia, canzone dove la penna di Madame si sente con forza e che decisamente ha attratto tutti dal primo ascolto. Sul podio secondo, il rapper napoletano Geolier, sicuro dei suoi tantissimi giovani fans partenopei e non. Terza Annalisa con il brano Semplicemente, che anche quest’anno vede sfumare la vittoria, segue Ghali con Casa Mia, portando sul palco probabilmente, una delle canzoni più intelligenti e ben scritte del Festival, quinto Irama con Tu no.
Premio Mia Martini assegnato meritatamente alla sorella Loredana Bertè, la quale si racconta attraverso la canzone Pazza, esibendo il solito carisma che la contraddistingue. Non tradisce le aspettative Mahmood, arrivato sesto in gara, con il successo radiofonico Tuta Gold, di certo più valorizzata con la giusta produzione che sul palco dell’Ariston. Interessante anche il brano Mariposa dalla trascinante sonorità andalusa interpretata dalla meravigliosa Mannoia. La solita classe nel bel canto, unite all’ eleganza di testo e arrangiamento per Diodato con Ti muovi. Ricominciamo tutto segna invece, il ritorno al Festival dei salentini Negramaro, con una canzone in stile Dalla, che avrà decisamente il successo streaming e radio meritati.
Che dire, come ogni anno, per quanto un’edizione possa entusiasmare maggiormente rispetto ad un’altra, il Festival di Sanremo rimane sempre una kermesse capace di regalarci tanta nuova musica e dopo ben 74 edizioni, resta una delle poche vetrine per diffondere la canzone italiana nel mondo.
Buona musica a tutti!!!
Alessia Rositani.