NHEAP”Flying and the silence”(Acustronica)

Nheap è un progetto completamente strumentale dietro il quale si cela un solo musicista:il batterista Massimo Discepoli,insegnante e sessionman di Assisi dal curriculum enorme e di tutto rispetto.

“Flying and the silence”è il quarto album sotto il monicker Nheap,ed è un bellissimo disco dalle trame sonore fascinose,all’insegna di un ambient rilassante e caleidoscopico;Massimo,oltre a suonare la batteria,si occupa anche delle tastiere e del pianoforte(ma anche di  basso e chitarra),oltre-ovviamente- a comporre tutto il materiale.

“Origin of water”apre il disco e lascia subito a bocca aperta,provocando emozioni a non finire:si tratta di un brano estremamente curato e rarefatto,in cui un piano dalle tinte soffici si sposa perfettamente alla ritmica,solida e presente e ai soundscapes di contorno…..una traccia che sfugge alle catalogazioni,che mescola in maniera sapiente ambient,aromi progressivi,un tocco jazzato sullo sfondo,perfino qualche memoria etnica e psichedelica.

“Primary colors”segue questo stesso percorso,ma in maniera più introspettiva,sperimentando con una melodia quasi fusion(eppure allo stesso tempo molto orecchiabile) dominata dal sound”hammond”delle tastiere che dona colore;l’intricata ritmica ed i reverse che fanno capolino qua e là fanno il resto,creando grande suggestione armonica.

“Half-asleep”conferma ciò che anticipa il titolo:un brano soffuso e più dolce;torna un certo mood jazzato e progressive(nella seconda parte),dominato dal pianoforte,il tutto senza mai rinunciare alla scorrevolezza e al garbo….così come l’amore per certe atmosfere dilatate-ma allo stesso tempo ben strutturate-è evidente in un brano come”Wandering”,brillante ed avvolgente;è una visione più psichedelica della musica targata Nheap,ai confini con certo post-rock”ambientale” ed etereo(ed è anche uno dei pezzi più lunghi del disco,7’21”di pura goduria sonora).

“Expressionism at night”,come suggerisce il titolo,è un brano notturno,dalle cadenze intriganti e dalla struttura”free”,con le tastiere a disegnare spirali affascinanti;la title-track torna su morbidi sentieri progressive rock(ma sempre con un tocco jazzato qua e là),talvolta al confine con la fusion e una certa sperimentazione,con una bella melodia sempre in primo piano(c’è perfino una fuga”orientaleggiante” nella seconda parte,anche se appena accennata),dettata dal pianoforte elettrico(Fender Rhodes?)ed un tocco di batteria funkeggiante e sincopata.

“Between the trees”è una sorta di ambient blues molto originale e personale,soffice e rilassante,ma meditativo;dal blues eredita una certa cadenza(ed è dunque inteso giusto come canovaccio per render l’idea),mentre il tappeto sonoro è etereo e magnificamente stratificato,con degli insoliti cambi di armonia nella parte centrale.

“Lost in a leaf”suona come l’anello di congiunzione tra certo math rock ,la fusion più”emozionale” e certe ambientazioni psych…..e verso metà il brano prende una piega ancor più spaziale,coi suoi reverse eterei e le tastiere”riverberate”,prima di ritornare su strutture ancora più complesse ed intricate,ma sempre godibili. Finale disteso e solare.

“Two types of awakenings”è bellissima e settantiana nel suo incedere,probabilmente il brano che preferisco del disco(ma la scelta è dura,dato che tutte le tracce sono praticamente perfette e stupende):tra psichedelia jazzata e perfino un tocco funkeggiante e soulful,che dona quel pizzico in più all’aroma del pezzo.

Le atmosfere sognanti sono un po’ il leit-motiv di quest’album e vengono confermate anche nella traccia conclusiva,”recurring dreams”:un lungo mantra onirico e psichedelico,un drone dagli infiniti reverse da ascoltare come si osserva rapiti un raro diamante, pieno di bellezza sonora colorata e sgargiante ,pure struggente se vogliamo,misterioso al punto giusto ma non malinconico,semmai perfetto per meditare e per rilassarsi.

Questo disco è davvero eccellente,e conferma la bravura e fantasia del suo autore,oltre alla sua ecletticità nel comporre(e la sua versatilità tecnica)…un album da amare visceralmente,da ascoltare e riascoltare,che oserei definire”da sogno”,proprio per le sue qualità ipnotiche e per quella sensazione di beatitudine che infonde….sono convinto che l’ambient(specie se suonata così,ovvero in maniera inedita e contaminata da generi che si sposano bene ad essa…e difatti il termine”ambient”è puramente riduttivo,perchèla musica qui contenuta sfugge piacevolmente le definizioni)-sia un po’ il futuro della creatività musicale,perchè abbatte i confini…..i paesaggi sonori che evocano queste tracce,difatti,sono splendidi e sono puro cibo per la mente….complimenti Massimo per tutte queste emozioni che ci stai regalando….spero che in tanti si accorgano della tua musica e del tuo sound,perchè ti meriti davvero attenzione e successo!

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