A cura di Elena Schipani

Lo scorso 26 gennaio è uscito il nuovo album dei May Gray, il trio modenese che porta alta la bandiera del rock italiano. Il lavoro si intitola “Ritorno al Sereno” ed è veramente una ventata d’aria fresca e di ottimismo.

Il filo conduttore delle otto tracce è il tempo che scorre. Il passato insegna, il futuro crea aspettative ed il presente si vive. E’ un insegnamento semplice ma che, troppo spesso, ci si dimentica finendo per rimanere intrappolati nel rimpianto di ciò che è stato e nell’ansia nei confronti di quello che verrà. Sono quindi la speranza e l’ottimismo la chiave per andare avanti.

La prima traccia dell’album si intitola “Camilla”. Chi è Camilla? Semplice, Camilla siamo noi. Montagne russe emotive, giorni sì e giorni no, ma poi eccola lì la “scintilla” che fa scoppiare l’incendio nell’animo. E allora via che si parte per ricominciare a vivere di nuovo. Camilla si fa una promessa, non tradirsi mai; imparare ad amarsi diventa quindi il diktat fondamentale, la formula da seguire per riuscire, finalmente, a trovare la propria identità. La canzone si conclude con una richiesta per Camilla: “Camilla, dimmi se sei felice”. Non è la fine, è solo l’inizio.

“Testa in tasca” è forse una prosecuzione ideale del brano precedente. Trovare una propria identità  significa avere un motivo per andare avanti, per il quale combattere per non cadere nella monotonia della frustrazione di una vita vuota. Non è necessario fare tutto e subito, a piccoli passi si raggiunge tutto ma l’importante è non perdere di vista l’obiettivo finale.

“In un altro mondo” è il personale Carpe Diem dei May Gray. “Oggi è il momento per iniziare un altro mondo”. Quando si desidera fare qualcosa è inutile aspettare e sprecare tempo; agire, subito, il momento è adesso! L’improvvisazione è la chiave per distruggere la sequenza infinita dei gesti quotidiani che a lungo andare logorano l’animo e svuotano le persone.

“Tra di noi” è forse dedicata ad un amore ormai finito. La storia che si è conclusa non è mai stata lineare. I continui tira e molla tra i due amanti hanno portato alla distruzione della coppia. Quel che emerge dal brano, è che la lei non ha mai avuto il coraggio di lasciarsi andare completamente fidandosi, ed affidandosi, al suo partner creando così una situazione di un amore a metà. Chi canta, nonostante le ferite, soffre moltissimo. Si abituerà alla vita in solitaria? Forse non subito ma a poco a poco imparerà.

“Maniglia” racconta di quando, nonostante una situazione sia più che famigliare, ci si sente decisamente fuori luogo. Cosa fare quindi? Scappare? Adattarsi al contesto castrando la propria identità? Assolutamente no. Ci si scusa per non essere l’ingranaggio adatto al meccanismo ma si resiste e si rimane lì, fermi. Questo coraggio di non fuggire arriva da una “maniglia” per l’appunto, ovvero qualcuno al quale aggrapparsi, con tutta la forza del mondo, per non essere sbalzati fuori. L’appiglio, il punto più sicuro.

“Via Pennisi” è la ballata dell’album. Un ritmo lento che sottolinea la sofferenza e la malinconia per un amore ormai finito. I ricordi della vita vissuta insieme hanno un sapore dolceamaro. L’unico in grado di gestire la situazione è il tempo che, pian piano, riuscirà a ricucire gli strappi. Cos’è Via

Pennisi? Si tratta forse della metafora della solitudine nella quale ci si chiude quando si viene feriti da qualcuno che si amava molto.

“Tracciare una via (100 cose)”, come si capisce già dal titolo, è un brano ambivalente e che sembra quasi avere una doppia identità. Da una parte, le 100 cose, dove si raccontano i pezzi nei quali è divisa una vita. Ad alcune cose si dà un determinata importanza, ad altre meno, ma è giusto così. Ognuno modifica le priorità a seconda delle scelte, del momento, delle persone che si hanno intorno ed ecco che qui si ha il legame con la seconda identità della canzone: tutto, nella vita, poteva sempre andare diversamente. E’ il concetto della sliding door. Se avessimo fatto in un modo anziché in un altro? Non si ha risposta però non si può vivere di rimpianti e quindi, imbracciando l’ottimismo, c’è sempre il tempo per “tracciare una  nuova via”.

La scomparsa della memoria è tema affrontato in “Amnesia”. Non ci si ricorda più nulla, tutto è sparito e l’unico modo per risolvere la situazione è chiedere aiuto ad un’altra persona che possa guidare lo smemorato fuori dal suo oblio. Ci si affida quindi a qualcun altro per ricostruire avvenimenti e sentimenti, ma questa persona è reale? Forse no ed ecco che l’ “amnesia” diventa la metafora di un momento di sconforto durante il quale l’unico essere che può aiutare è il proprio sé. Ed ecco che si tirano quindi le fila di tutto un album dedicato all’accettazione di se stessi, alla creazione di una propria identità e alla forza di non lasciarsi abbattere.

I May Gray sono attualmente in tour e stanno portando il loro “Ritorno al Sereno” in giro per l’Italia.


 

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