L’evoluzione della dance negli anni: la musica dance nel corso degli anni ha avuto un evoluzione  significativa (se non fondamentale) per il mondo della musica in generale.

La dance prende le sue radici ad inizio anni 60 quando in tutto il mondo spopola “Twist”, un genere che ha segnato la storia della musica moderna con il suo cavallo di battaglia “The twist”, precedentemente composta da Hank Ballard nel 1959 ma con poco riscontro.

Venne poi riproposta da Chubby Checker nel 60 quando aveva 18 anni, da lì esplose raggiungendo la vetta della classifica Billboard Hot 100, per ben due volte. Nel 1976 abbiamo la prima canzone del genere dance  con disco Inferno dei trampps,  che aprì le porte delle discoteche come le conosciamo oggi.

urante il periodo tra il 1977 ed il 1978 venne coniato ufficialmente il termine “disco music” ed i primi successi furono un mix tra il funky ed il soul con aggiunta di basi elettroniche ritmate che fino ad allora venivano usate solo dai gruppi pop rock. Gli esponenti principali furono: KC and the Sunshine Band, Gloria Gaynor (definita la regina della disco music), gli chic che aprirono le porte anche al genere che oggi conosciamo come “Rap” ( con una collaborazione con gli Sugar Hill Gang in Rapper’s Delight), Cerrone, gli Earth Wind and Fire e Barry White.

A questi si aggiungono Donna Summer con il suo grande successo “I feel love” che scalò tutte le classifiche mondiali, i Bee Gees ed i Village People che si distinguono dal primo gruppo per le sonorità più melodiche. Nel periodo in cui spopola la disco music in Italia non si hanno ancora protagonisti di rilievo, ma nel 1979 venne lanciata “One for you, One for me” dei La Bionda, uno dei primissimi veri successi “dance” della musica italiana.

Nel 1980 cominciarono anche a spopolare le hit “Italo dance” con Gioca Jouer di Claudio Cecchetto che diede inizio alla scoperta mondiale degli artisti dance italiani. Se prima la musica dance era quasi del tutto suonata dal vivo,  negli anni 80 i DJ iniziarono non solo ad usare suoni generati da sintetizzatori, ma cominciarono anche a fonderli con sample campionati dai dischi del passato con nuovi elementi vocali.

La Italo dance spopola anche oltre il confine, arrivando fino in america latina e Giappone, gli artisti di rilievo sono: Gazebo, Ryan Paris, Righeira, Baltimora, Sandy Marton, Ivana Spagna e Sabrina Salerno.

Nella metà degli anni 80 la dance comincia a prendere forma per come la conosciamo oggi, infatti i principali successi sono caratterizzati essenzialmente da sonorità elettroniche e testi ridotti a semplici messaggi, come ad esempio Pump Up the Volume dei M.A.R.R.S e Theme From SExpress.

Gli anni 90 sono stati quelli in cui l’industria discografica ha investito maggiormente nelle produzioni di musica da discoteca, che a differenza degli anni 80 dove il genere protagonista del mercato discografico era il pop, gli anni 90 vennero caratterizzati da un imponente presenza di produzioni, artisti e gruppi musicali dediti esplicitamente alla musica da discoteca.

I primi anni del decenni si caratterizzano per una separazione più netta dei generi ballabili e, di conseguenza, si assiste per la prima volta alla differenziazione delle discoteche in base al genere musicale che viene suonato. È nel 1992 che viene lanciato un brano che ancora oggi viene preso come emblema per tutta la musica dance degli anni 90: Rhythm Is a Dancer degli Snap!.

Il brano si distingue tra tutti per la forte melodicità sia della musica che del testo, e senza dubbio si può affermare che segna l’inizio delle produzioni di grande successo. Torna alla ribalta ancora la Italo dance che a metà anni 90 sforna canzoni del calibro di : Blue degli Eiffel 65 e soprattutto Children di Robert Miles.

Sempre negli anni 90 nascono alcuni tra i sotto generi più celebri della dance, ovvero la House, la techno e la hardcore, i pionieri di quasi tutti e tre questi generi possiamo indentificarli nei Daft Punk che ancora oggi sono gli artisti con maggior numero di album venduti nella storia della techno elettronica.

Ad oggi la musica dance in discoteca ha fatto  più spazio alla house, che però ancora oggi in molte produzioni vengono usati sample e basi degli anni 70/80 adattati al genere house e in chiave moderna.




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