ANGELA KINCZLY “la visita”

Angela Kinczly è una di quelle artiste con la A maiuscola:una cantautrice polistrumentista per cui la musica non è semplicemente un lavoro,ma l’unico modo di essere,l’unica via.

“La visita” è il suo nuovo album ed è un lavoro molto interessante ed estremamente personale,curato in ogni minimo dettaglio:le undici canzoni che lo compongono sono come un viaggio nell’interiorità della protagonista,eseguite con notevole verve.

“Errando” è una breve introduzione darkeggiante che apre il disco,con un mood da colonna sonora noir;”L’uomo che non c’è” arriva subito dopo ed è un bellissimo ed elegante brano che ha le potenzialità da singolo di successo:le liriche sono interessanti e riflessive (“perdere tempo/è una ripetizione che consuma piano/l’uomo che non c’è/ma lui resta imperturbabile”),mentre il sound è un pop rock dal sapore alternativo e raffinato,in cui Angela dà sfoggio di bravura,non solo con la sua bellissima voce,ma alternandosi anche a vari strumenti (clarinetto,chitarra,piano).

“Lucciole” è una ballata struggente che indaga sui sentimenti e sulla sfera personale con originalità (“tieni i fili all’altro capo/e aiutami a intrecciarli/e resteranno aperte le trame più segrete e complicate del mio cuore”);”Verde mistico” continua su sentieri intimisti,ma al tempo stesso ancor più introspettivi (“anch’io vorrei rincorrere il tempo/e non rimpiangere niente”),in bilico tra suadenti trame chiaroscure.

“Mercoledì no movie” è un brano che svela una certa voglia di sperimentare con grazia (quasi una visione moderna della psichedelia,con un flauto dal sapore progressive,suonato da Milena Rigato);”Un modo per”parla d’amore,ma visto da un’angolazione inedita (“non ho senso dell’orientamento/e ti seguo in capo al mondo/tirati dentro a un girotondo”),arricchita da un sofisticato aroma in bilico tra vintage pop e sfumature jazzate.

“Orologi liquidi”è un delicato tassello color pastello,tra frammenti acustici e battiti moderni velatamente accennati:una canzone rilassata e rilassante,dotata di una certa poesia (“e se volessi/ restare qui/così vicini/fino a confonderci/orologi liquidi per scandire/le ore appese alle pareti del cuore”),in cui torna l’amore al centro dell’universo,ma sempre visto in maniera “nuova”,mai banale.

“Sabato” è una riflessione dolce-amara su una relazione,ed un’altra canzone dalle potenzialità enormi,che Angela canta con la sua perfetta dolcezza;”Nick and Joni” è un brano strumentale,affidato alla chitarra acustica e al flauto…Tornano ricordi progressivi,mischiati a decisi arpeggi folk-il tutto sempre visto con una personale visione d’insieme.

“Un giorno di settembre” gioca ancora una volta su riusciti chiaroscuri (“tu resti sempre qui/tra ombra e luce in ogni dove”),anche se è il mood darkeggiante a prevalere,intriso di psichedelia;la coda è un’avvolgente jam strumentale intrigante e notturna.

“Volerò” è la conclusiva poesia in musica (“scorre una musica nella mia testa in sosta/vomita sillabe,canzoni orfane/come un jukebox a idrogeno che non si spegne mai”) che distende e commuove,ed emoziona ancora una volta.

Un bellissimo disco per un’eccellente artista destinata a lasciare un segno nel panorama alternativo italiano:le sue composizioni sono così ricche di sfumature ed elementi da non ricordare altri artisti,ma al contrario evidenziano una capacità innata (anche tecnica,dato che Angela se la cava ottimamente con diversi strumenti) ed una voce particolarissima,bellissima e raffinata,che dona sempre un colore in più ai brani e fa la differenza.

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