LE COSE BIANCHE “Pornography should not be an illusion” (Naked Lunch records,limited edition,500 copies)
Torna il progetto devastante targato L.C.B.con un nuovo disco,”Pornography should not be an illusion”,un assalto noise che prosegue nel segno dell’estremismo sonoro.
Difatti, se nel mondo della musica-anche quella più pesante-molti artisti tendono a “rallentare” o a “smussare” gli angoli del proprio mondo sonoro,questo fortunatamente non è il caso de “Le cose bianche”: il leader, manco a dirlo, prosegue imperterrito per la sua strada…Anzi, il sound del progetto è ancora una volta più estremo, dato che la violenza sonora presente in queste 10 tracce supera quella dei precedenti lavori: e non è tutto, dato che il nostro collabora su questo cd con alcuni importanti nomi della scena industrial / sperimentale per quasi tutta la durata dell’album (che ruota intorno al concetto di pornografia come avrete capito,nelle sue sfaccettature più estreme e indicibili)….Ma veniamo adesso al contenuto di questo lavoro….
“Dunghill” apre questo viaggio oscuro,con la partecipazione di Paolo Bandera (Sshe Retina Stimulants): un trip allucinante e incompromissorio-com’è tipico dello stile “L.C.B.”-tra avanguardia estremista e rumorismo industriale analogico.
“Never come to light” è all’insegna dell’inquietudine più nera, tradotta in un muro di distorsioni violente e filtratissime (collabora sempre S.R.S);”Pig Flesh Fundamental” vede la partecipazione di un altro pilastro della scena electro-noise,Wertham….e non a caso,si tratta di un acidissimo drone elettronico, in cui la lontana voce distorta (ingrediente presente anche nella traccia precedente) dona un senso di precarietà,amplificando l’apocalisse sonora tutt’intorno.
Il connubio Wertham/LCB si ripete anche nella successiva “The last clisma”:l’elettronica assume sempre connotati harsh,ma con una sperimentazione leggermente differente,più “onirica”.
“Conversion of a Woman at nothing” continua sui sentieri dell’apocalisse nichilista,tra folli reading filtrati e vertiginose spirali industriali: tuttavia,si nota una cura per la ricerca non indifferente,ed una voglia di superare le barriere del genere stesso (caratteristica fondamentale da sempre per il sound de Le cose Bianche, sempre fedele alle proprie radici,eppure sempre diverso!).
E così è anche per “Brutal forms of induction” che lascia intravedere una certa vena introspettiva,anche se “mascherata” da una coltre di noise impenetrabile;sullo sfondo,lenti ritmi marziali (o marziani?), cadenzatissimi, entro i quali la sperimentazione diventa colonna sonora della paura umana.
“Succuba’s purge” e “The verge of pornography” vedono la partecipazione di Eraldo Bernocchi: la prima mescola elementi drone noise a sulfuree iniezioni di elettronica, con un pizzico di dark ambient nella seconda parte, che dona un tocco quasi cinematografico;la seconda sperimenta una volta di più,facendo intravedere lontane influenze psichedeliche (che rendono la traccia leggermente più “accessibile”, rispetto ad altri episodi:non che sia comunque un brano “pop”, comunque, solo che gli estremismi sonori qui sono più dosati e-stranamente-più “scorrevoli”).
Le ultime due tracce sono eseguite con la Macelleria Mobile di Mezzanotte:si ritorna alla pura inquietudine sonora con “Suburra’s mouth coated”,una strana forma di “canzone/non canzone” che sostituisce alle consuete forme “strofa/ritornellO” dei rombi cadenzatissimi e distortissimi riff al vetriolo (mentre sullo sfondo,continua un declamatorio e folle reading che affonda le lame negli anfratti più segreti della mente).
La title-track chiude il lavoro con fragore estremo:è il colpo finale,non meno tortuoso e non meno apocalittico del resto….anzi,riassume un po’ tutti i connotati violenti del disco,amplificandoli e ampliandoli.
Un disco oltranzista e riuscito,ultra-dark e dalle cadenze volutamente malatissime:se pensavate che sarebbe stato difficile osare di più per Le Cose Bianche,siete fuori strada….Qui il livello di estremismo sonoro è portato ancora di più “oltre”, ma in maniera oltremodo ragionata e-come sempre-curatissima, com’è nello stile dell’artista.
E curatissima è come sempre l’edizione del disco, che oltre alla versione “download” (a pagamento, su bandcamp) esce in ben tre edizioni diverse: quella digipack, limitata a 500 copie (con artwork di Shaytan S degli E Aktion), un’edizione ultra-limitatissima che comprende anche la ristampa di “Aesthetics of a good pornographer” , infine un’edizione ancora più limitata (10 copie) che comprende anche una t-shirt.
Imperdibile dunque per chi non accetta compromessi in musica,e ama la ricerca sonora più estrema!
Un disco spietato,ma a cui è difficile resistere!