Ciao. Chi è Michele Pavanello?

Ciao, sono un cantautore fuori moda, che annaspa nel sottobosco della musica, ma che resiste, perché credo che dopo aver smaltito la sbornia dei talent, la musica torneranno a scriverla le anime inquiete.

Come ti sei avvicinato alla musica?

Presto. Con la musica ho trovato un modo per comunicare; ero un bambino troppo riservato e taciturno, un po’ emarginato per questo. Con la musica, invece, mi sono sentito al centro e mi faceva stare bene.

In “Vento caldo”, il tuo nuovo disco, parli di rivoluzione. Che tipo di rivoluzione?

La nostra società è decadente, non serve neppure dirlo perché i fatti di ogni giorno sono li a testimoniarlo. Abbiamo perso la nostra identità culturale, siamo governati da oligarchie del profitto e l’uomo è schiacciato, schiavo, a volte inconsapevole, di un disegno folle che, se non ostacolato al più presto, porterà inevitabilmente alla nostra distruzione. La rivoluzione, quindi, è d’obbligo; è una questione di sopravvivenza; occorre un nuovo umanesimo, un nuovo rinascimento. Personalmente credo che Gesù, e il Vangelo, siano una proposta convincente, anche per i non credenti, e se solo i giovani di buona volontà capissero la portata rivoluzionaria del suo messaggio ci sarebbe davvero speranza per tutti.

Perché hai scelto il rock e blues per questo disco?

Da un lato sono le mie radici musicali ma poi volevo cercare di dare la spinta giusta alle parole e ai concetti che ho voluto esprimere nel disco.

Ho letto questa tua affermazione riguardo il brano “Senza chiedermi perché”: “Noi uomini, invece, amiamo giudicare, sentenziare chi è meritevole e chi non lo è, chi può stare dentro e chi deve stare fuori dalle nostre case e dalle nostre chiese”?

Già, come liberarsi da tutto ciò. Eppure l’invito sembra chiaro «Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello» … «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati!» Eppure ci ricadiamo sempre, ci sentiamo giudici consacrati al servizio della verità. Papa Francesco l’ha detto molto bene «Chi fa chiacchiere, uccide i fratelli. Invidia e pettegolezzi distruggono le comunità».

Quale è la canzone di “Vento Caldo” di cui vai fiero?

Aiuto! Non so rispondere. Ci sto penando eh … ma in tutta sincerità non saprei, citarne una mi sembrerebbe di fare un torto alle altre ….Sono grave?

Con la tua musica trasmetti tante belle sensazioni. Quanto è importante emozionare il proprio pubblico?

E’ quello che cerco, l’emozione! La mia non è musica divertente, travolgente, “sculettante” … se non avesse capacità di emozionare sarebbe una barba infinita e forse per alcuni lo è. Quello che però ho capito, grazie alla mia barba ormai bianca, è che se riesco ad emozionare me stesso, prima o poi le sensazioni giuste arrivano anche a chi ascolta.

Cosa vorresti cambiare, della nostra società, con le tue canzoni?

Vorrei che aiutassero a prendere coscienza, prima di tutto, come sono stato aiutato anch’io dalla bellezza e dalla forza di alcuni autori di qualche tempo fa. Poi bisogna passare ai fatti, è chiaro; ma la consapevolezza del nostro ruolo nel mondo è imprescindibile; senza, corriamo il rischio di vivere la vita come comparse, affaticate e stanche, fragili e depresse.

Cosa c’è nel futuro di Michele Pavanello?

Ho una famiglia meravigliosa, tanti amici e la musica, cosa posso volere di più.  Dai, se non chiudevo così c’era da buttarsi dal ponte. Grazie infinite per questo spazio e buona musica a tutti.

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