Di seguito riporto la mia intervista a Fabio Cerina dei Plasma Expander,che ringrazio per la disponibilità.
1/Ciao!
Innanzitutto parto con una domanda forse semplice,ma che mi preme di fare:come sono nati i Plasma Expander?
Nel 2004, dopo 10 quasi anni vissuti a Milano, sono tornato in Sardegna e l’esperienza Bron Y Aur (gruppo nel quale militavo insieme a Luca Ciffo e Fabio (Fiè) Ferrario attualmente nei Fuzz Orchestra) volgeva al termine per evidenti problemi logistici…sorgeva quindi la necessità di creare un nuovo progetto che acquistasse uno spazio prioritario. Dopo alcune consultazioni con amici ho contattato Andrea e, inizialmente insieme a Stefano Podda (ora nei Takoma), siamo andati in saletta per metterci a suonare senza nessuna idea particolare da cui partire se non quella di trovare un punto comune tra i nostri rispettivi approcci musicali. Quello che è venuto fuori ci è piaciuto e da lì è nato tutto.
2/Com’è nata l’idea di registrare questo “Live3”?
Nasce dalla voglia di trasmettere un’idea della nostra musica più vicina a quello che succede nei nostri live. Questa idea non è stata mai comunicata a dovere nei nostri dischi precedenti. 2 pezzi, Beacon e Exploder, sono presenti anche in CUBE (2013) ma al momento della registrazione erano poco più che bozze e avevano una componente largamente maggioritaria di improvvisazione. Sono inoltre presenti numerose sovraincisioni di parti elettroniche (spesso suonate da Simon Balestrazzi) che non possono trovare spazio nei concerti. Nel momento in cui è sorta la necessità di riprodurre questi pezzi nei live abbiamo dovuto dare maggiore struttura agli stessi cosicchè ora sono molto diversi da come si ascoltano su CUBE. Ci piaceva lasciare una testimonianza di questo processo. Altri 2 pezzi, Hands in Your Guts e Why Not, sono anch’essi presenti su un nostro precedente disco, stavolta il secondo (KIMIDANZEIGEN, 2010). Sebbene questi pezzi siano nella struttura più simili alle versioni originali, sono stati suonati con una nuova line-up e nuova strumentazione (Corrado Loi al basso e ai synths al posto di Marcello Pisanu alla baritone) e catturano la nostra essenza live. Infine, l’ultimo pezzo, Otra Vez, è una composizione inedita recente che è stata oggetto di un disco di remix che uscirà subito dopo Live3.
3/Parlateci del progetto di remix che verrà pubblicato prossimamente
Dopo aver composto Otra Vez abbiamo subito pensato che si trattasse di un pezzo molto adatto alle re-interpretazioni da parte di alcuni nostri amici musicisti. Si tratta di un pezzo per molti versi diverso dalle nostre ultime produzioni…più sintetico, più diretto e più vicino, per quanto possibile, alla forma canzone. Siamo quindi andati in studio con quest’idea e abbiamo poi dato ai nostri amici (Barry London degli Oneida, Luca Ciffo dei Fuzz Orchestra, gli ZA!, Simon Balestrazzi, Mattia Coletti e 2 producer di musica elettronica, Hubble e Claudio PRC) le tracce separate chiedendo loro di re-interpretare e stravolgere il pezzo nel modo che pensavano più opportuno, lasciando loro la massima libertà sia per far emergere lo stile di ciascuno sia perchè ci piaceva l’idea di un disco molto eterogeneo pur contenendo di fatto sempre lo stesso pezzo. Il risultato è molto vicino ai nostri obiettivi e ci piace moltissimo!
4/Come definireste la vostra musica?
Musica che fa muovere la testa, fa chiudere gli occhi e nutre pancia e cervello.
5/Quali sono le vostre principali influenze musicali?
Non so dirti cosa ci influenzi di più anche perchè abbiamo ascolti molto eterogenei…posso però dirti brevemente qual’è stata la mia breve storia degli ascolti (che, in qualche modo, vengono più o meno consapevolmente risputati fuori nella nostra musica una volta digeriti): rock pesante e psichedelico anni 60-70, post-rock Americano anni ’90, krautrock tedesco anni 70, minimalismo e musica contemporanea, free-jazz metà anni 60, musica africana e Indiana.
6/Qual’è la vostra composizione alla quale vi sentite più legati?
Probabilmente why not, non ha mai abbandonato la nostra scaletta…si tratta della nostra “hit single” 😉
7/Suonate molto spesso dal vivo? E, a proposito di questo,quale situazione preferite in sede live?
Facciamo il possibile perchè ci piace. Non siamo musicisti professionisti e ciascuno di noi ha un lavoro. Per cui gran parte delle nostre ferie sono dedicati ai concerti e ai tour. Mentre ti scrivo siamo a metà di un tour nel sud-Italia fatto di 11 date nei 13 giorni a cavallo delle vacanze di pasqua e dei ponti primaverili. Difficilmente riusciamo a raggiungere le 30 date all’anno fuori dalla Sardegna. Per quanto riguarda le situazioni live che preferiamo posso dirti che ci piace suonare (banalmente) in posti nei quali l’organizzazione ci accoglie con il sorriso e dimostra di avere passione ed entusiasmo per la musica di qualità e nelle quale si crea una buona comunicazione con il pubblico. Non credo ci sia una regola precisa che associa questi elementi ad una tipologia particolare di locale, probabilmente i piccoli circoli nella provincia regalano i momenti più soddisfacenti da questo punto di vista.
8/E’ difficile vivere di musica in Italia?
Non ti so rispondere in prima persona perchè, come ti ho detto, non viviamo di musica. Ma posso dirti che credo sia molto difficile vivere di musica di qualità in Italia. Affinchè sia così occorrerebbe creare musica che in qualche modo venga apprezzata (e quindi “acquistata” sotto forma di concerti o supporti fisici o digitali) da un numero sufficiente di fruitori. Per una ragione o per l’altra (mancanza di cultura musicale, mancanza di supporto da parte dello Stato, o probabilmente, non escludiamolo, mancanza di qualità) il numero effettivo di tali fruitori è molto inferiore rispetto a quanto sarebbe sufficiente per vivere “bene”. Detto in altri termini, conosco poche persone che nella nostra scena vivono di musica. Queste o si fanno un culo così per vivere appena al di sopra del livello di sussistenza oppure il culo ce l’hanno parato e buon per loro!
9/Avete qualche altra idea di come si evolverà ulteriormente il Plasma-sound in futuro?
Sono appena usciti due dischi quindi ora possiamo dedicarci ai live e non avere particolare fretta. Abbiamo però molte idee per il futuro sulle quali possiamo quindi lavorare con calma. Diciamo che il nostro pezzo Otra Vez (l’oggetto del disco di remix) incarna una direzione che potremmo seguire nel futuro: pezzi più brevi e sintetici e più vicini alla forma canzone sebbene ancora con forti elementi sperimentali.
10/Grazie per la pazienza e disponibilità….Salutandovi,lascio a voi lo spazio per salutare i vostri ammiratori e anche chi ancora non vi conosce:dite quello che volete ai nostri lettori!
Grazie a voi!