A cura di Francesco Lenzi
FRANK SINUTRE “Musique pour les poissons”( System recordings)
Frank Sinutre è un duo di musica elettronica(composto da Isi Pavanelli- synth, tastiere, basi, reactable, elettronica, programmazioni varie, vocoder, chitarra, banjo, kazoo e Michele K.Menghinez-chitarra, basso, voce, percussioni, batterie, mandolino, nacchere e quant’altro!)davvero originale e dalle caratteristiche estremamente raffinate ed inedite:difatti la loro musica è suonata anche con strumenti autocostruiti(Difatti,tra le altre cose, Isi ha inventato il reactabox e una drum machine acustica!!!!).
Questo nuovo disco(che è il loro secondo album) uscirà a marzo in concomitanza con un libro scritto da Michele,”Racconti per pesci nel mare dell’aria”(che è legato in maniera indissolubile a questo lavoro,in quanto si parla della vita musicale del nostro e dei suoi ricordi personali:torneremo ad occuparcene prossimamente)…adesso avventuriamoci nell’ascolto.
“Clock never stops”apre il viaggio,e siamo subito di fronte ad un brano assolutamente originale:chitarre liquide si sposano alla voce “trattata” col vocoder…è una sorta di visione ultramoderna e innovativa della psichedelia,tra scampoli di ritmi reggae solcati da lampi electro(dettati dai synth) e momenti sognanti ,velatamente onirici.
“Someone’s dub”è-come spiega il titolo-un brano dub/reggae arricchito da elementi elettronici(che ricordano i Kraftwerk degli anni ’80):il vocoder è sempre una parte importante del sound del gruppo,e qui assume dei tratti più”introspettivi”,sposandosi a delle chitarre liquide e notturne;di questo brano esiste anche un bel videoclip girato in “Stop motion” da Giovanni Tutti (potete gustarvelo qua: http://www.youtube.com/watch?v=-PdFNLSvJXg ).
C’è anche un momento funky:ecco arrivare difatti ”Oye como va”che in realtà è solamente una”semi-cover”del pezzo di Tito Puente portato al successo da Santana;difatti la struttura è completamente diversa,stravolta in maniera riuscita dai Frank Sinutre,che trasformano la canzone in un pezzo di disco-funk elettronico accattivante,di quelli che fanno muovere il culo(la chitarra è ricca di groove,le tastiere avvolgenti).
“Passa”continua il viaggio nei meandri dell’elettronica,con le tastiere al centro dell’attenzione,meditative e dai risvolti ambient;la chitarra è limpida e rilassante,quasi jazzata….un bellissimo brano che rilassa e distende;il cantato è in italiano e segue trame introspettive(“c’è qualcosa che sembra restare/sempre uguale”è la malinconica frase-chiave).
La title-track arriva subito dopo e continua su coordinate distensive,con il suono del mare in sottofondo(lo ritroveremo nella traccia successiva,”2 sea minutes”,che è esattamente quello che promette il titolo:2 minuti estremamente rilassanti in cui sono le onde del mare ad essere protagoniste):è una traccia molto bella,in cui le influenze ambient del gruppo si fanno più evidenti,mentre le tastiere disegnano scenari di grande fascino,così come le chitarre riverberate sullo sfondo….la seconda parte presenta dei battiti electro più marcati,ma mai invadenti,anzi,arricchiscono il tutto e spostano il pezzo su binari diversi,ma sempre rilassati.
Arriva poi un momento più intimista,”Please visit Sermide”,un brano con la chitarra in primo piano(al centro l’acustica,sullo sfondo ricami elettrici che distendono);il mood è velatamente malinconico,struggente e si evolve in strutture meditative ed introspettive,ma luminose(le percussioni electro fungono da collante per i vari cambi di tempo,che non cambiano comunque il senso del pezzo).
“I am going to do nothing”è una traccia più bucolica,con qualche rimando”fantascientifico”;belle le trame incrociate di tastiere “espanse” e chitarre psichedeliche(ma anche il basso è molto presente)….un bel crossover tra momenti di meditazione e tratti visionari.
“Life is just”è un brano più vicino a sonorità rock(dal gusto floydiano) ,rivisitate in maniera pacata e mescolate all’ambient: un pezzo rarefatto,scintillante e dal fascino psichedelico(e qualche riminiscenza”progressiva”).
Le curiosità però non si esauriscono nemmeno verso il finire del disco;difatti ecco arrivare “Iolanda Pini”,un reading con un sottofondo “acustronico” decisamente catchy:è una storia vera,in cui Michele racconta il suo incontro con una simpatica vecchietta quando faceva l’obiettore di coscienza….Iolanda Pini,quindi,è veramente esistita e svela a Michele il (presunto)senso della vita:per rendere più realistico il tutto,la nonna di Isi si è prestata a dare il proprio contributo”narrativo”e ad interpretare,appunto,la signore Pini!
“Una possibile storia su Dio”è il brano conclusivo,e come il precedente è affidato ad un reading molto personale e per certi versi anche struggente(“per mio conto ho immaginato Dio come il tipico emarginato di turno,la persona qualsiasi o la cosa di cui non si accorge,neanche quando scompare”);e la musica riflette in pieno questo stato d’animo,riflessivo,malinconico,commovente(la coda ritorna su sentieri più decisi e più rock,amalgamati perfettamente insieme al resto)…la storia è davvero molto bella(e come”Iolanda Pini”,reale),e offre degli spunti di riflessione molto interessanti e che personalmente condivido in pieno(“dio non vende kalashnikov e nemmeno li compra”è un’altra frase da incorniciare,ma è tutto il testo ad essere una meraviglia,diretto ed efficace,”vivo”).
In conclusione,questa band è una delle più originali che mi sia capitato di sentire negli ultimi anni:coniugano creatività innata e innovazione,e dalla loro musica traspare anche una certa poesia,non solo dai testi (che sono sì,presenti,come abbiamo visto,ma il clou del disco è affidato alla musica strumentale),ma dal sound stesso.
Un duo da seguire,che non ha paura di sperimentare,ma che non perde mai di vista la fruibilità e la scorrevolezza:ne sentiremo ancora parlare,statene certi!