ECOLE DU CIEL”Heartbeat war drum”(Already Dead Tapes)
Gli Ecole Du Ciel sono un’interessante band barese dedita ad un sound molto particolare,che potremmo definire un’evoluzione di certo alternative rock e postpunk.
IL gruppo si è formato nel 2011 dall’unione di Cox,Massi e Chris(rispettivamente chitarra,basso e batteria)e dopo un primo EP autoprodotto,giunge ora a questo secondo lavoro,che esce per l’autorevole Already Dead records su musicassetta(edizione limitata a 100 copie,potete acquistarla qui:http://alreadydeadtapes.com/adt/portfolio/ad097/ mentre qua:http://ecoleduciel.bandcamp.com/ potete ascoltarlo).
Dopo una breve e arpeggiata introduzione(“Forever up there”),adornata da melodico spleen,ci troviamo di fronte alla potenza sonora di”From my farthest shores”che amplifica la malinconia della traccia precedente(ne è la logica evoluzione),in cui le chitarre diventano potenti e roventi,ma senza rinunciare ad una melodia chiaroscura di sottofondo(in un bel contrasto con l’aggressività post-hardcore del cantato).
“Stars feed on fire”è un brano ancora più conciso e prosegue sulle coordinate sonore della band:qui le chitarre si fanno ancora più introspettive e meditative,ma non meno abrasive;difatti la corposità del suono non viene mai meno,ma è anzi rivestita di umbratili ricordi psichedelici,in un connubio davvero ben riuscito ed inedito(le poche frasi cantate mantengono inalterata la graffiante vocalità,ma sempre con un po’ di melodia),che svela anche un finale dal sapore più sperimentale(e vagamente noise),che si mescola ai riff “tipici”della canzone.
C’è spazio anche per un brano più riflessivo e strumentale,”Wheelboat”,che svela l’anima più”pacata”della band:le chitarre qui si fanno più arpeggiate e delicate,meditative e perfino struggenti;è un bellissimo segmento sonoro che rilassa e culla con la sua meravigliosa armonia distensiva.
La traccia che dà il nome all’album,tenendo fede al titolo,è più ombrosa e “tribale”,con chitarre e basso distorto in evidenza su un tappeto ”percussivo”:un brano fascinoso ed ipnotico,una sorta di acido mantra moderno;anche il cantato riflette quest’esperienza quasi”onirica”,ripetendo la parola”heartbeat”,in maniera melodica e volutamente cadenzata,prima che un urlo improvviso traghetti le cadenze ritmiche in un drone doom dai risvolti quasi stoner metal(un po’ di psichedelia,rivista in maniera personale ed “estremizzata”,fa sempre capolino sullo sfondo)…è anche il brano più lungo del disco,più di 6 minuti di puro piacere sonico.
“Dead leaves(Milk Theeth)”chiude il disco in maniera armoniosa e potente allo stesso tempo,riportando l’accento sugli accordi malinconici di chitarra e su di un tappeto sonoro emozionale,a tratti perfino commovente:ma subito dopo una pacata introduzione,le sferraglianti soluzioni musicali della chitarra e della sezione ritmica si fanno più aggressive(nonostante una rilassatezza di fondo rimanga sempre) ,ma sempre con quella carica emotiva che fa la differenza(e che rimane sempre evidente,anche quando le distorsioni lacerano l’aria…..difatti non lo fanno mai in maniera gratuita,ma al contrario,per mettere in risalto-come dicevo poco fa-il carattere”emotivo”e passionale della musica;è una visione “irrobustita”del post rock,se mi si può concedere il termine).
Cantato come sempre breve e,stavolta,più meditativo del solito,con una breve ed esplicativa frase:”we are falling now”,che spiega più di mille altre parole….
Gli Ecole Du Ciel sono davvero un’ottima band e la loro passione nel fare e nel comporre musica è palpabile ed innegabile:questo lavoro è un disco(o cassetta,se preferite)davvero molto bello,ricco di innumerevoli spunti e molto originale,che consiglio a tutti gli amanti delle sonorità meditative ma allo stesso tempo decise,e a chi-come me-ricerca personalità e ricercatezza nella musica(anche in quella dalle sonorità”forti”e decise).
Un lavoro che emoziona dalla prima all’ultima nota,non lasciatevelo sfuggire.