È disco d’oro: “Come come”, l’inizio di un viaggio nell’amore secondo Sissi

La musica può regalare profondità e leggerezza allo stesso tempo. Ne è la prova “Leggera“,il primo EP di Sissi, nome d’arte di Silvia Cesana, finalista dell’edizione 2021 del talent “Amici” di Maria de Filippi. L’album di esordio della giovane cantautrice lombarda contiene anche il singolo “Come come”, che si è aggiudicato ieri il disco d’oro, certificazione che attesta il numero (35mila) delle copie fisiche/digitali vendute.

L’inizio di un viaggio

Il percorso artistico di Sissi all’interno della scuola di “Amici” è iniziato proprio con questo brano, sulle note del quale si è esibita nell’episodio che è stato trasmesso in onda il 31 ottobre 2021. “Come come” è quindi l’inizio di un viaggio per un duplice motivo: il primo quello appena citato, il secondo quello nell’amore in tutte le sue complesse sfaccettature, file rouge dei brani contenuti nel disco d’esordio.

Parlare d’amore

“Come come” non è solo un testo che parla d’amore, ma un brano che vive di contraddizione, ponendola come il vero tratto caratteristico del sentimento più antico del mondo. Il contrasto emerge sin dalle prime parole del brano: “Dimmi come come, come faccio a non pensare a te per ore ore”, che rappresentano l’opposto di “L’amore non è niente di che, lo senti quando ti lascia a pezzi”. Emblematica invece la frase che viene ripetuta due volte nella canzone, con la voluta inversione delle parole “amore” e “odio“: “tu mi fai odiare le cose che amavo di te” si trasforma, nella strofa successiva, in “tu mi fai amare le cose che odiavo di te”. Due espressioni così simili ma al contempo così diverse racchiudono il senso del testo, in cui l’amore è un giocoforza tra due estremi che si temono e si attraggono.

Esserci sempre

Un altro contrasto emblematico in “Leggera” è quello tra la pioggia e il sole. “Sotto la pioggia o col sole”: questo significa esserci sempre per la persona che si ama. In “Scendi” non esistono situazioni dalle quali tirarsi indietro: l’amore è presenzacostanzadedizione e premura. L’amore è aspettare come si aspetta la persona amata per dedicarle il bene più prezioso che si possiede: il tempo. Un tempo che vale la pena attendere perchè in grado di farci sentire “leggeri come bolle“, di farci connettere con noi stessi e con le nostre insicurezze e con le nostre paure per superarle trasformarle.

Fare spazio

Saper riconoscere gli aspetti della propria vita che si vogliono cambiare è il primo passo per farsi del bene. Lo insegna “Danshari“, la filosofia giapponese che dà il nome al brano di Sissi e che viene utilizzata come metodo per ordinare i propri spazi. Questo approccio segue un principio fondamentale: liberarsi dal superfluo per entrare in contatto con l’essenziale. In amore è un po’ la stessa cosa: una volta eliminato dalla propria vita tutto ciò che si considera di troppo, si spiana la strada per i sentimenti e per i rapporti autentici.

L’amore come ricerca

Un’altra visione di amore viene presentata in “Dove sei“: in questo brano il filo conduttore è proprio la ricerca, che deve necessariamente fare i conti con lo smarrimento. Questo appare chiaro sin dal titolo: “dove sei” è la domanda che la persona innamorata rivolge tanto a se stessa quanto al proprio partner. Il gioco di perdersi e di trovarsi pone la coppia di fronte a consapevolezze nuove: il ritrovarsi dell’uno porta alla perdita dell’altro e viceversa, fino alla realizzazione dell’alone di impossibilità che avvolge il sentimento affettivo.

Accettare e desiderare l’impossibile

L’impossibilità non è un limite, ma una condizione che ci porta ad andare oltre e a sfidare noi stessi. “Sottovoce” rappresenta una sintesi di tutte le sfumature dell’amore precedenti: la contraddizione, la presenza, la consapevolezza e la ricerca. Basterebbe anche una sola frase del brano a racchiuderle tutte: “voglio il sole di notte” è composta da cinque parole che contengono il senso dell’amore, che è “luce sulle paure“. L’amore che ci fa provare la bellezza di essere diversi e controcorrente, di scegliere di parlare e di guardarsi mentre “questo mondo fa casino“. Accettare e desiderare l’impossibile: una spinta verso l‘infinito. Volere l’infinito significa necessariamente tendere verso qualcosa che non si può raggiungere. Chi tende verso l’irraggiungibile è quindi in perenne movimento e questo vuol dire che non muore mai, proprio come l’amore e la musica.

Sara Fiumefreddo

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