A cura di Francesco Lenzi
PATRIZIO FARISELLI”Antropofagia”(Cramps,ristampa)
Quando sento il nome”Cramps”,subito mi torna l’allegria.
Il Buonumore è presto spiegato: Cramps per me(e naturalmente per tante altre persone)è sinonimo di garanzia di qualità musicale;per chi è appassionato di progressive italiano,e della musica d’avanguardia/alternativa di quel periodo,il nome non è affatto nuovo.
Per i distratti,facciamo un breve riepilogo:la Cramps venne fondata da Gianni Sassi nel 1972 e chiusa nel 1980. In questi 8 anni fu un’etichetta attentissima sia ai cantautori più nuovi e rock dell’epoca,(Finardi,il primo Camerini prima della “sbornia” elettronica),sia al progressive italiano(Arti e mestieri e Area su tutti)e non solo(fu anche la label degli Skiantos);solo recentemente il glorioso marchio è tornato-fortunatamente!-in pista e sta pubblicando qualche nuovo lavoro e succose ristampe del vecchio catalogo.
Ed il disco di cui vi parlerò oggi è proprio un disco che si riallaccia(anche se solo parzialmente,data la sua unicità e peculiarità sonora) ad una delle band storiche di cui parlavamo poco fa:difatti”Antropofagia”è la ristampa di un disco solista di Patrizio Fariselli,pianista/tastierista storico dei mitici Area di cui abbiamo parlato poco fa.
“Antropofogia”uscì originariamente su vinile nel 1977 per la collana”DIVerso”:questa serie era,manco a dirlo,dedicata a dischi non convenzionali e sperimentali,ma dal grande fascino sonoro e artistico.
Le 6 tracce che compongono”Antropofogia”sono un viaggio intorno all’improvvisazione e alla creatività senza limiti;Fariselli esplora le potenzialità e le sonorità del suo pianoforte portando la sua ricerca all’estremo,sperimentando e “sezionando” l’ampia gamma di tonalità,suoni,note che paiono infinite,come un fiume in piena ma lo fa senza mai stancare,anzi l’attenzione rimane sempre viva, presente e stimolata durante l’ascolto.
L’apertura di”Roastbeef” è una sequenza affascinante di piano preparato(e con gli”armonici della 12 corde”sullo sfondo,a detta dello stesso Fariselli),quasi percussiva nel suo incedere e dalla totale apertura mentale:una partitura dai risvolti”free”,con l’avanguardia al centro dell’attenzione,che disegna scenari ora più cauti,ora più misteriosi.
“Scorie”è una traccia ancora più estrema se vogliamo,dominata dall’improvvisazione pianistica che gioca su dinamiche inquietanti,ora più acute,ora più gravi:tornano anche parti di piano”preparate”a suggellare un “trait d’union”con la precedente traccia e con lo stesso album(ma messe in un contesto completamente differente),alternate alle bordate della cascata sonora di note rapidissime.
Un brano come questo era avanti anni luce nel 1977,e lo è tutt’oggi:anzi,secondo me farebbe gola a molti estremisti sonori attuali….anche se al contrario di essi,conserva una sua compattezza e una sua carica senza paragoni e senza precedenti.
(Il titolo,come spiega ironicamente lo stesso Patrizio nelle note di copertina, si riferisce alle 32 note lasciate fuori da Beethoven nel comporre”Per elisa”….nonostante suggerisca quest’idea di”scarto”,non è proprio un pezzo”minore”,anzi,tutt’altro….)
La terza traccia,”46 re-blocks”è solo apparentemente più”distesa”,in quanto il pianoforte diventa quasi”psichedelico”,con le sue ondate di “reverse”(miscelate alle stesse trame sonore che suonano anche al diritto,contemporaneamente)che donano al pezzo un’atmosfera decisamente misteriosa e inquieta:quasi una sorta di “dark ambient”rarefatto e notturno,anche se il mio termine non rende sicuramente giustizia alla validità del pezzo(la butto là giusto per rendere l’idea).
“Inside outside”è una destrutturazione free form di stilemi jazzistici ,triturati e ricomposti in un puzzle personale e assolutamente unico:meno avanguardistico di altri pezzi del disco,eppure sempre con la sperimentazione in evidenza,seppur più melodica e “scorrevole”.
Le dinamiche piano/forte vengono qui sintetizzate progressivamente e in crescendo,e anche il titolo è metaforicamente inteso in questo senso.
“Lenny Tristano”è una dedica molto personale al mitico pianista/compositore jazz:al centro di tutto l’improvvisazione e la tecnica assolutamente superlativa di Fariselli.
Un brano altamente evocativo,in cui le caratteristiche e i ricordi di Fariselli su Tristano(e del suo stile e “playing”),vengono rielaborati in maniera personale e viscerale.
La title-track chiude il disco coi suoi 11 minuti e mezzo di durata:è un po’ la”summa”del disco,in cui la parte”free”si fa più preponderante.
Ritorna il piano preparato(“con viti,legno,plastica,metallo,carta e sassi”spiega Patrizio nelle note di copertina)ed il discorso qui si fa ancora più estremo,avanguardistico ed originale.
Vengono infatti utilizzati anche frammenti parlati del commediografo/attore Antonin Artaud(registrati per una trasmissione radio di fine anni ’40 ,ma mai usati),che donano un tappeto importante ed insolito al brano;libertà di suono intesa come libertà artistica e di espressione,e del riappropiarsi del concetto di arte musicale e “totale”.
Le parole di Patrizio Fariselli spiegano sinteticamente il tutto in poche righe e meglio di tante,altre frasi:”Antropofogia significa torurare lo stenway(…)non per scoprirne la grazia sonora onrientaleggiante,ma immaginarlo volare dal nono piano in testa ai faraoni della cultura per ritrovarne”la bellezza del suono””.
Un disco assolutamente di culto,che brilla in tutto il suo splendore:decisamente avanti per l’epoca e che a tutt’oggi-come dicevamo poco fa- non ha perso nemmeno un briciolo della sua carica sperimentale e sottilmente provocatoria,ma al tempo stesso dinamica e mai pedante,mai fine a sé stessa.
Un album da rivalutare e riascoltare,sia per i cultori della musica non allineata,sia per tutti quelli che hanno fame di strutture insolite e complesse,ma non prive di fascino;la Cramps ce lo restituisce rimasterizzato in digitale,con un suono superbo,nitido e con una bellissima copertina”paper sleeve”,in linea con i vecchi album d’epoca.
Lode a Fariselli per aver composto e registrato questa perla sonora;e non finisce qui,perchè”Antropofagia”verrà presentato il 10 giugno a milano,con tutto il suo fascino avanguardistico,al teatro Elfo Puccini,a cura dell’ensemble di musica contemporanea Sentieri Selvaggi…..al centro dell’esibizione ci sarà naturalmente lui,con la sua maestrìa e sensibilità,e siamo sicuri che sarà una performance da non perdere
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