Le domande sono sempre le stesse: come si fa a registrare bene la voce su una base?
Come si fa un mix e un mastering di ottima qualità?
Come si realizza una canzone di successo?
Che software / sequencer utilizzare? Cubase, Logic, Ableton, Fruit Loops, Protools, Audacity, Digital Performer, Reaper, Sonar?
Beh, per queste domande non basterebbero libri di migliaia di pagine, tuttavia volevo stilare l’elenco delle dieci cose da tenere a mente per una buona incisione.
Prima di stilare questo decalogo , volevo fare una parentesi che riguarda i produttori di basi musicali hip hop soprattutto.
Produrre una base musicale hip hop, un “instrumental beat” vuol dire chiaramente che su quel beat ci andrà la voce.
Quindi, questi fantomatici produttori, anche famosi, non capiscono che non è sufficiente che una base musicale “suoni bene” in assenza della voce, ma bisognerebbe calcolare che impiegare nell’arrangiamento troppi strumenti che occupano le frequenze della voce (a livelli devastanti), pompate oltre all’inverosimile, non è certo una buona idea e in fase di mix, bisognerà limare per ottimizzare il tutto, danneggiando anche le “frequenze buone”, compromettendo quindi la qualità generale del master.
LE DIECI COSE CHE BISOGNEREBBE SEMPRE TENERE A MENTE :
1 – Lavorare preferibilmente su tracce separate in formato wave (o aiff) , a una buona risoluzione – 24 bit 44.100 khz.
Registrare partendo da una “instrumental” in mp3 da Youtube, non è un ottimo punto di partenza.
Come si fa ad avere le tracce separate in formato wave di un beat hip hop?
Contattate il produttore e ACQUISTATELE , altrimenti pagate un producer che vi produrrà un beat in esclusiva e quindi disporrà di tutte le tracce separate.
Un’operazione del genere potrebbe andare dalle 30 € alle 300 € (in media), dipende se il brano è in esclusiva o meno, la quantità delle tracce, l’esperienza del producer, ecc. Trattasi di una valutazione puramente indicativa.
Se disponete di una base midi, optate per una conversione professionale in audio.
2 – Le singole tracce abbiano una dinamica equilibrata (che sia una chitarra, una voce o strumenti virtuali)
3 – Tutte le tracce su cui lavorare, preferibilmente flat, senza effetti talvolta “random”, in modo tale da poter avere libertà durante il mix
4 – La qualità di ripresa degli strumenti o della voce dovrebbe essere al top delle possibilità – ricordiamoci che se un microfono usb costa 58 € e dall’altra parte per una catena audio eccellente (microfono, compressori, limiter, equalizzatori, riverberi, stanza trattata, monitor, plug in – originali! – , orecchie allenate, computer prestanti) non basterebbero le decine e decine di migliaia di euro, un motivo ci sarà.
5 – Un’esecuzione mediocre (che siate batteristi, chitarristi, bassisti, cantanti, suonatori di cornamusa) , per quanto la tecnologia permetta apportare utilissime correzioni dal punto di vista del timing, del pitch e quant’altro…non vi farà diventare degli ottimi performer! Non ci sono studi milionari capaci di fare “miracoli”.
Se cantate in una posizione scorretta, vi allontanate, fate rumore, urlate vicino al microfono e poi improvvisamente bisbigliate, vi mangiate le parole…questo non aiuterà di certo.
Quindi studiate la vostra parte e metteteci l’anima…e soprattutto le ore in studio, senza guardare il portafogli, cosicché possiate raggiungere un livello esecutivo non necessariamente “eccellente”, ma DECENTE. Il miracolo parte da voi stessi.
6 – Per quelli che non sanno intonare UNA nota nemmeno a pagarli: non si impara a cantare in un pomeriggio. E forse nemmeno in tutta la vita..
“Ah, io vorrei stare solo un’ora in studio per spendere il meno possibile, ma vorrei che la mia voce venisse perfetta, grazie”.
Se avete l’espressività di un pesce lesso, non ci saranno plug in capaci di migliorare la vostra interpretazione.
7 – Per quelli che non sanno andare a tempo nemmeno a pagarli: non si impara in un pomeriggio. Occorrerebbe ascolto, ascolto e ancora ascolto, magari di tutti i generi musicali.
Anche studiare teoria musicale non è che guasterebbe. In questo caso il solfeggio non sarebbe un optional…
8 – Il mix non si finisce, ma si abbandona. (Questa non è mia, ma è davvero una massima saggia)
9 – Se si spendono 20 € non si potrà avere un lavoro da 200 € , se si spendono 200 € non si potrà avere un lavoro da 2000 € e così via.
10 – Quando incidete il vostro pezzo, non lo fate perché volete andare in tv o firmare autografi, ma perché non potete farne a meno ed è una cosa che sentite dentro di voi.
Avendo letto questo decalogo hai deciso di relegare questo lavoro ad altri?
Bene, in questo caso noi ci occupiamo proprio di produzione musicale e tutti i servizi annessi.