CHORIACHI “S.U.F.F.E.R. (Set Us Free From Evil rewards)
Lo stoner rock italiano gode di ottima salute;da un po’ di tempo a questa parte ho scoperto un florilegio di band dedite a queste sonorità (che amo molto).
I Choriachi sono uno di questi gruppi,e di sicuro una delle migliori band italiane che mi sia capitato di sentire,non solo all’interno del genere:”S.U.F.F.E.R.” è un gran bell’album,con il cuore che batte nei posti giusti e denso di corposa potenza (La band bolognese è davvero superlativa,ecco la line-up:Mpfm-voce,Drugo-chitarre,Valzilla-batteria & Kss-basso).
Il disco si apre con la cadenzatissima “Marjiuanat”,divisa in due parti,un lungo trip sonoro acido e sulfureo,con riff chitarristici pesantissimi e una sezione ritmica rocciosa e con la voce di Mpfm in evidenza,un vero portento dell’ugola metal,che si alterna tra soluzioni più meditative e parti più rabbiose (difatti la prima parte è uno stoner psichedelico,la seconda svela delle influenze ancora più doom,con i settanta “sabbathiani” in mente ed il blues della Louisiana nelle vene-quello che scorre anche in una formazione come i Down all’estero,per intenderci).
“Our vice is a locked room” conferma la passione dei Choriachi per gli anni ’70 (e non solo nel titolo,che evoca un famosissimo film “di genere” di quell’epoca,che viene pure campionato all’interno del brano),trasportati però nella contemporaneità:il brano è un doom-blues molto evocativo e versatile,con vocals che passano da melodie hard a growls aggressivi,e la band che ci dà dentro che è un piacere,una macchina da guerra perfettamente oliata,sempre all’insegna dello stoner più sanguigno e “sentito” (la chitarra macina riff su riff,seguita a ruota dall’incessante muro impenetrabile creato da basso e batteria).
“Red Capricorn” è un brano ancora più aggressivo e tagliente,in cui lo stoner metal si fa più nervoso e teso:allo stesso tempo ci sono soluzioni diverse all’interno di esso,cambi di tempo e di armonia insoliti….Una traccia sulfurea come poche,che farebbe morire d’invidia molti altri gruppi dello stesso genere,anche all’estero (e la seconda parte prende una piega dark doom che non rinuncia affatto alla pesantezza sonora,anzi,la amplifica!).
“Young wolves & old mammothes” è una sorta di southern stoner,torrido ma ultracatchy;la chitarra disegna scenari psichedelici man mano che il brano si evolve,e conferma una volta di più l’amore per le atmosfere “seventies” che sono presenti nel sound della band,ma in maniera più melodica e diretta che in altri momenti del disco (l’atmosfera rimanda come attitudine a certi trip dei Black Sabbath su “Volume 4”,ma ovviamente tutto è visto su un’ottica strettamente personale).
Non manca la psichedelia,come abbiamo visto:essa riveste un ruolo importante nella spiritata ed ipnotica “Pentagruelion”,una delle tracce più lunghe del disco,onirica fino al midollo,ma senza rinunciare ad una bella linea melodica;la chitarra disegna un lungo mantra che evoca visioni e colori,magica e rocciosa al tempo stesso.
Anche “Birkat habayit”-la traccia conclusiva- è un brano dalle venature psichedeliche ben evidenti (appaiono anche flauto e sitar,a donare un tocco ancora più ipnotico e visionario);voce riverberata e riff granitici che mutano il blues in stoner ra riusciti toni chiaroscuri,fanno il resto e chiudono degnamente un disco bellissimo in un lungo viaggio straniante e misterioso (molto lirico l’assolo di chitarra,quasi un sogno nel sogno,davvero bello e riuscito).
Che altro dire? Questi ragazzi sanno il fatto loro ed emozionano veramente con la loro potenza.
Non nego che a me il genere garba,e parecchio,ma questi Choriachi si distinguono per originalità,versatilità (come dicevo in introduzione) e quindi per una personalità evidente,che li fa emergere dalla massa!
Se anche voi amate lo stoner rock e pure le sonorità corpose-tra psichedelia e pesantezza non banale,questo è un ascolto (ed acquisto) imprescindibile.
Ah,sul bandcamp della band potete trovarlo in free download: http://choriachi.bandcamp.com