Il noto videomaker Dario Mencucci ( della Ko&Da insane movies) mi ha intervistato su “Magic Lantern” e su quello che ruota intorno alla mia musica.

L’articolo che leggete è merito suo!Godetevelo!

 

Francesco Lenzi, Classe 1978. Autore di “Magic Lantern”, album uscito il 7 marzo 2014 e acquistabile tramite ordinazione alla Factum Est di Bergamo, oppure sul sito della Jestrai.

Parlaci un po’ di te e della tua attività di musicista. Cominciamo dall’inizio… 

Oh,è una lunga storia! Per farla breve:Inizio a suonare la chitarra vent’anni fa,o forse più,all’incirca nell’adolescenza,ma la musica la ascolto fino dall’età di 6 anni!

Poi,come al solito,le solite trafile in una lunga lista di gruppi con cui faccio tanta esperienza e qualche esperimento solista di contorno,che poi tanto contorno come vedi non è……

 “Magic Lantern”: come è nata l’idea?

“Magic Lantern” è nato come uno sfogo rilassato & rilassante,in assoluta solitudine e in assoluta armonia con me stesso.

L’ho concepito due anni fa,anche se alcune tracce risalgono ad un pò di tempo prima:è come una sorta di flusso sonoro ipnotico che-spero-possa far star bene l’ascoltatore (non so se ci son riuscito!)

 

– Come mai questo titolo?

La storia del titolo è buffa e divertente.
 Io sono un appassionato di psichedelia e musica vintage,ma i miei interessi si estendono talvolta anche alla cinematografia anni ’60-’70 o a certa oggettistica di quel periodo,ad esempio i manifesti psichedelici come andavano all’epoca.

Bene,stavo pensando ad un’immagine che potesse riassumere il concetto del disco e che potesse essere allo stesso tempo colorata,armoniosa e che mi ricordasse qualcosa dell’infanzia e anche di quel periodo storico (e psichedelico):ho pensato ad una lanterna magica come ad un contenitore che emanasse energia positiva e quindi tanto colore,non solo calore. Ho una fervida immaginazione,nasce tutto da lì,spontaneamente:a questo aggiungi che a Legnano,dove abitavano i miei nonni materni quand’ero piccolo,ricordo di aver visto una lanterna nella loro vecchia dimora,probabilmente anche più vecchia degli anni sessanta!. Tutto questo si è unito insieme ed ecco il titolo!

 

– Parlaci del tuo metodo di lavoro. Come si crea una Lanterna Magica? Improvvisi o prepari tutto a tavolino?

Non c’è una regola fissa quando scrivo o registro.Quando scrivo qualcosa di più convenzionale,canzoni più “lineari” che di solito finiscono negli album o nei demo dei gruppi con cui suono,cerco di strutturare il tutto in maniera lineare:strofa,ritornello eccetera.
 Ma quando registro da me,spesso improvviso:le tracce di “Magic Lantern” nascono,appunto,da improvvisazioni totalmente free….in alcuni casi-e neppure così rari,a guardar bene-però parto da una struttura che ho approntato in precedenza…..Comunque l’improvvisazione è una parte importante del mio processo creativo,questo perchè ti dà una maggiore libertà compositiva.

– Nelle prime tracce, specialmente in “Dark Butterfly”, si scorgono atmosfere che a mio avviso sfiorano il noir. Ci sono riferimenti a determinati stati d’animo in queste tue incisioni?

Sì,ci hai preso perfettamente:le registrazioni riflettono il mio stato d’animo. Ed è vero,le prime due tracce di “magic Lantern” hanno un mood volutamente scuro,riflessivo…tuttavia il disco non è noir in senso stretto,al contrario è pervaso da sentimenti positivi.
 E’ vero però che in passato ho affrontato qualcosa di vicino al noir,anche se visto con distacco ed una certa ironia:un titolo come “Sweet taste of paranoia”-nel mio primo cd “psychedelic house”-pescava un pò in un immaginario dark e un pò nell’ironia.
 “Dark Butterfly” in effetti è il brano più dark del disco:ed ho voluto creare un contrasto nel titolo,perchè la farfalla è colorata di solito….quindi una farfalla scura è una strana creatura:è una metafora sull’andatura del pezzo,che è rilassata però allo stesso tempo ombrosa,carica di un mood misterioso…Ci ho lavorato un pò per ottenere quello che volevo,è stato uno dei brani più complicati da registrare,e l’ho volutamente messo all’inizio,perchè sapevo fin dall’inizio che il resto dell’album sarebbe stato diverso.
 Anche “Alienation phase” ha una struttura volutamente sghemba e misteriosa:ed ho voluto giocare con l’assonanza alieno/alienazione del titolo,in quanto la musica è un pò “aliena”,extraterrestre,è uscita fuori così,ed il reverse poi ha amplificato il resto.

– Quali sono le urgenze che ti hanno spinto a registrare questo tipo di sonorità?

Innanzitutto la voglia di esprimermi e di farlo in una maniera non convenzionale. Sentivo l’esigenza di creare musica fuori dagli schemi,un viaggio solitario e strumentale che potesse essere interessante….almeno spero!

– Ci sono influenze di altri musicisti nel tuo lavoro?

Assolutamente sì;molti musicisti hanno paura di svelare le loro influenze,e negano decisamente. Ma non è il mio caso:io non ho problemi a parlare di ciò che mi ha ispirato e mi ispira;anche perchè perfino il punk più duro e incallito ha un retroterra culturale,seppur lo neghi.
 Per “Magic Lantern” mi sono ispirato innanzitutto ai Pink Floyd di “Ummagumma” e “A saucerful of secrets”,che sono senz’altro una delle mie principali influenze (E non solo quando faccio questo tipo di sonorità).
 Mi sono anche ispirato un pò alla scena kraut rock tedesca e al primo ambient,Popol Vuh,primissimi Tangerine Dream.
E un’altra fonte d’ispirazione-la più importante-deriva dai Beatles psichedelici,quelli del periodo 1966-67,oltre che ai dischi sperimentali di Lennon e di Harrison,che non tutti conoscono (non conoscono gli autori in quella veste,intendo dire!).
 In altri punti del disco mi sono ispirato alla musica indiana,a Ravi Shankar,ai Sonic Youth più calmi,oltre che allo stoner rock,al folk inglese e al blues:ma credo che comunque queste influenze siano percepibili solo in minima parte….non perchè ho le pretese di essere originale al 100%,ma in primis perchè non mi azzarderei nemmeno a paragonarmi a tali mostri sacri,io non sono nessuno al confronto!

– Le atmosfere che riesci a creare mi ricordano la musica per film. Il mondo del cinema ha influito nel tuo processo creativo?

Sì.Mi considero un appassionato di un certo tipo di cinema e mi piacerebbe scrivere colonne sonore.Credo che anche questa sia un’influenza:lo stesso disco nella sua interezza può essere come un film,anche se non è un concept album vero e proprio.
Quindi,sì,credo ci siano delle similitudini evidenti col mondo del cinema:anche a partire dagli stessi titoli,volutamente evocativi.
 In particolare “Saucer flight” e “nonsense” mi hanno riportato alla mente alcune scene di “Star Wars”mentre li registravo.

– “Magic Lantern” è il brano che dà il titolo all’album. Cosa proietta questa Lanterna?

Questa lanterna proietta immagini psichedeliche e colori. Colori positivi,forti,che fanno stare bene. L’atmosfera del pezzo è onirica e riflette esattamente le immagini che avevo in  mente mentre la registravo.

Suggestioni orientali in “3rd Mantra” trascinano l’ascoltatore in territori inesplorati. Hai subito l’influsso di qualche esperienza di meditazione?

Sono molto interessato alla meditazione trascendentale,ma direttamente non l’ho mai applicata.O meglio,un’amica mi ha insegnato come si fa e ho provato a metterla in pratica ” a grandi linee”.

Ma vorrei approfondire meglio il discorso,appena ne avrò modo.Comunque sì,quello che succede musicalmente in “3rd mantra” ha a che vedere con la meditazione,seppur da un lato personale e non studiato,decisamente introspettivo

– In “Alienation Phase” si sente l’utilizzo del reverse speed, che sembra farla da padrone in “B. W. In Reverse”. Come è nata l’idea di un’intera traccia al contrario?

In effetti uso spesso i reverse:è un pò il mio marchio di fabbrica,eheh! Amo molto rovesciare i suoni,perchè-appunto-danno un tocco visionario,psichedelico.E questo modo di fare è presente in diverse tracce del disco,non solo in “alienation phase”;riguardo “B.W. in reverse” deriva da un pezzo precedentemente registrato a diritto e chiamato “Bruce Willis”,registrato qualche tempo prima,probabilmente nel 2007-2008 con DOn lA Fleur alla batteria e ai “samples”.
Siccome mi piaceva il pezzo,ma pensavo fosse troppo convenzionale a diritto rispetto agli altri brani del disco,l’ho capovolto e mi sono accorto che suonava bene in entrambi i modi….Oltre a questo,non volevo inserire il nome dell’attore famoso nel disco,perchè oggi mi pare diventata una cosa fin troppo abusata nei titoli delle canzoni (non solo con gli attori,ma anche con le rockstars!) ed anche perchè ho pensato:”Ma a Bruce Willis starà bene di essere citato?”….con i tempi che corrono,meglio non rischiare!

 

– Come dev’essere la musica? Componi pensando a qualcosa di confortevole e di compagnia, o forse a una musica sincera e che magari possa destabilizzare chi ascolta con le sue psichedelie?

Dipende dai momenti. Io spero in qualche modo di emozionare qualcuno;non c’è una volontà precisa di destabilizzare,o almeno non sempre. Alcune mie composizioni sono state provocatorie,soprattutto in passato,ma oggi credo sia più musica meditativa la mia (riallacciandomi al discorso di poco fa),che evochi insomma sensazioni positive.

– Che idea di musicista incarni? Sei più per le realizzazioni in studio o per le esibizioni dal vivo? o magari entrambe?

Sono per entrambe le cose. Mi piace tantissimo suonare dal vivo;anche registrare in studio mi piace. Sono due cose diverse,ma complementari.
Riguardo alla mia musica sperimentale-come quella contenuta in “magic lantern”-credo che sia impossibile rifarla dal vivo,quindi non mi sono posto il problema,anche perchè suono in altri gruppi e vorrei fare i live soprattutto con loro.

Però chi lo sa,magari tra due dischi mi metto a cantare anche,faccio canzoni nel vero senso della parola e più lineari,e mi metto a fare il bluesman/folksinger…..Di solito odio la mia voce,ed ho una certa ritrosìa a fare le cose da solo dal vivo,ma chi può dirlo? Non mi capita,però,quando suono la chitarra in un gruppo “compiuto”….dal vivo mi trasformo e la timidezza se ne va…ma sto divagando…….

– Se ti si presentasse l’occasione collaboreresti a qualche progetto teatrale, o cinematografico? Personalmente trovo la tua musica molto versatile per molteplici discipline delle arti performative.

Assolutamente sì. VORREI che mi si presentasse l’occasione,veramente:ne sarei felicissimo.

Oltretutto,ho anche un rinnovato interesse per il teatro:non ne sono un intenditore,ma alcune cose mi piacciono molto e sarei felice di prenderne parte anche sullo sfondo!

A– Le domande sono finite. Complimenti per il tuo lavoro! Lo trovo un ottimo disco volante col quale elevarsi e sfrecciare lontano da ogni sorta di omologazione e oppressione, soprattutto psichica ed emotiva

Ti ringrazio,troppo buono…..In effetti è questa la chiave del disco:un viaggio al di fuori dall’oppressione,non dentro.

Speriamo che vi emozioni e che continui a farlo costantemente!

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