FLAVIO PESCOSOLIDO “Rosso” (autopr,2012)
L’arte non si può fermare. E,quindi,non si può fermare l’essere artisti.
Oggi come oggi ci provano in tanti a fermarti:in primis tutti i cavilli burocratici,che non ti consentono libertà….un artista in quanto tale,non si basa certamente su iscrizioni,numeri,faccende che non hanno a che fare con la propria arte e che anzi la inquinano. Se poi aggiungiamo che l’Italia in questo periodo non dà quasi mai spazio all’arte vera,anzi i tagli che vengono fatti,sono concentrati esclusivamente a fottere tutto ciò che è cibo per la mente e il cuore:arte,cultura,istruzione…..
Però ci sono quegli artisti che,nonostante tutto,vanno avanti. Nonostante mille problemi,nonostante la burocrazia,nonostante il resto,continuano imperterriti per la loro strada. Incuranti della bassezza dell’odierno,delle mode e di tutti i cavilli accennati prima.
Uno di questi artisti è senz’altro il cantautore Flavio Pescosolido,uno di quei rari esempi di coerenza e integrità artistica,che nonostante tutto,vanno avanti con dignità e proponendo delle cose validissime.
Oggi vi parlerò del suo disco “Rosso”,che dopo i precedenti capitoli “Giallo”e “Blu”,(usciti per delle indie labels),è stato affidato anno scorso esclusivamente al free download:come recitavano anche i banner promozionali legati al disco,”Rosso”è slegato da qualsiasi forma di marketing.
Anzi,per dirla tutta,con le parole stesse di Pescosolido:”scarica rosso e rendi la musica d’autore libera e indipendente dalla logica dei soldi imposta dalle multinazionali discografiche. No soldi/No major”. Con una dichiarazione d’intenti così,già il disco si preannuncia interessante;ascoltandolo,se ne ha la conferma. Perchè qui di arte vera si tratta,quella di saper scrivere canzoni,in maniera genuina ed originale;anche il fatto di essere il terzo capitolo dedicato ai colori primari,non è stato scelto a caso,così come non a caso”Rosso”è il colore della passione….
Ma veniamo al disco.
Fin dalle prime note di “Non è l’america”,si intuisce che Flavio è un perfetto songwriter,che sa essere melodico e non banale allo stesso tempo. “Non è l’america”potrebbe essere un singolo perfetto,in cui vengono raccontati pensieri personali perfettamente piantati nei tempi in cui viviamo(“se vuoi scappare scappa/la testa bassa e braccia aperte/scappa e ti accorgerai/che qui per voi non è l’america/non è una favola,non per quelli come me”).
“Stretti con te”è una ballad dalle sfumature notturne,molto ricercata e soffusa(in grande spolvero le chitarre di Andrea Samelic),in cui viene affrontato in maniera mai scontata il tema dell’amicizia,come una sorta di lettera a cuore aperto(“Vivi la vita amico/senza mai fretta/che tutto lascia il tempo che ha/ma guardati bene dal fuggire le tue occasioni/e vivi emozioni,vivile in te”).
Davvero un brano emozionante,da brividi,come non se ne ascoltavano da tempo.
“L’automobile” è un brano dalle influenze latine e jazzate che non nasconde una certa ironia metaforica di fondo,sempre raccontata con personalità forte e originalità(in evidenza il pianoforte dello stesso Flavio),senza tralasciare il divertimento(traspare vera passione anche nel suonare e nell’interpretare il brano,non solo nel comporlo!).
Un’altra ottima ballad è”E se penso che adesso”,un brano che potrebbe vendere un sacco se solo le majors oggi non fossero così cieche! Di più:un brano del genere sarebbe da mettere al primo posto anche a Sanremo,dato che fa impallidire moltissimi brani dello stesso festival degli ultimi 30 anni!!!!(Di sicuro,è una spanna mille volte sopra a parecchi brani delle recenti edizioni)….una canzone dall’atmosfera vagamente seventies,la perfetta dimostrazione che si può parlare di sentimenti privati,senza scadere in cose banali, anzi, senza cedimenti di tono,sia nelle liriche che nella musica. 5 minuti di poesia in musica,in un connubio struggente.
Originalissima “33X6”,una descrizione di un immaginario e inaspettato incontro con dei bizzarri alieni(“ero nudo sopra al letto e mi bevevo un caffè/d’improvviso un’astronave atterra sopra di me/dice:vieni via con noi,il caffè lo lasci lì/nudo!”);un racconto quasi psichedelico,sicuramente metaforico,su un tappeto sonoro di matrice vintage sixties(ma nell’ultima parte riaffiorano influenze sudamericane in un riuscitissimo mix),da cui ognuno può trarre le proprie interpretazioni.
Rock cantautorale per “Balla”,invece:storie di vita quotidiana e “vissuta”,in cui il ballo (e”in ballo”)è proprio lo stesso”vivere”(e la gente balla con gli occhi puntati al cielo”la libertà”/ogni giorno ballo ballando con bestie e santi/balla ballando con tutti quanti”),senza tralasciare l’amore e la propria interiorità. Un altro potente pezzo catchy,dal ritornello irresistibile,curatissimo in ogni dettaglio….un altro di quelli che sarebbe perfetto come singolo! Una vera boccata d’ossigeno,rock italiano melodico che non somiglia ad altro.
Bellissima anche “Nessuna profezia”,un rock-blues con delle taglienti parti chitarristiche(dall’atmosfera vagamente progressive nella coda strumentale);un pezzo che farebbe invidia a molti colleghi cantautori,anche più conosciuti!
Di sicuro fascino,e dall’insolita ed originale struttura armonica,”Bambini voi,bambini noi”una riflessione molto personale(“c’è chi ride/c’è chi prega/c’è chi siede sopra un muro/e c’è fin troppa gente a cui non frega ampiamente del futuro/ma adesso intanto siete qui/speranze ed aquiloni che volano nel cielo/e come siete adesso qui non sarete mai…”),in cui vengono messe a confronto gli uomini e i bambini(che in realtà potrebbero essere anche la stessa cosa,anzi,sono intercambiabili!Questa la mia interpretazione),sempre con estrema originalità.
Quasi 6 minuti e mezzo per “Euaè”,in cui ritorna la matrice “progressiva”di cui parlavamo poco fa sposata alla verve cantautorale,in un brano dal forte pathos(“Se di colpo mi lasciassi andare/senza niente più da dimostrare/se appendessi i miei pensieri a un filo sospeso ad una nuvola/Se allargassi le mie braccia stanche sulla cima delle montagne/quattro accordi,sì,quattro accordi basterebbero sì,per cantare”).
Chiude il disco la riflessiva “hey hey”,dominata dal pianoforte malinconico e commovente di Flavio:una ninna nanna ,dalle sottili sfumature jazzate e vagamente classicheggianti,che si trasformano in un pop rock d’autore nel finale. Una magnifica canzone, totalmente unica,un’altra perla sonora che brilla di luce sfavillante che e chiude degnamente il disco.
Pescosolido è un vero artista che mette le sue emozioni a nudo,e non mi vergogno di azzardare che se la gente in Italia non fosse così ottusa attualmente ,oggi potrebbe essere famoso e considerato al pari di Ivano Fossati,Oscar Prudente o Lucio Battisti,per la sua capacità innata di comporre musica sì melodica,ma senza tralasciare la ricerca sonora d’autore…niente è fuori posto nelle sue canzoni e nella sua musica;un cantautore come non se ne trovano quasi più al giorno d’oggi…anzi,è proprio il “continuatore”,è il caso di dirlo,di un certo modo”sentito”di fare musica.
Difatti Pescosolido potrebbe essere senza ombra di dubbio l’ultimo dei grandi cantautori;adesso sta alla massa accorgersi del suo lavoro! Mi auguro che questa umile recensione possa servire a farvi conoscere questo incredibile artista,che fa della musica attuale e allo stesso modo senza tempo,con la mentalità giusta….quindi,supportate la vera musica italiana,supportate Flavio Pescosolido. Con gente come lui,l’arte del fare canzoni,non morirà,statene certi. Non ascoltarlo,sarebbe veramente un peccato:quindi,scopritelo e assaporatevi il suo “Rosso”nelle sue sfaccettature molteplici,non vi deluderà!
Per scaricare il disco: : https://hotfile.com/dl/178557494/fbd8509/Disco_rosso.zip.html
Potete inoltre vedere alcuni videoclip di Flavio Pescosolido tratti da “rosso”,nel suo personale canale youtube: http://www.youtube.com/user/pescosolido67?feature=watch
Per scaricare il disco: : https://hotfile.com/dl/178557494/fbd8509/Disco_rosso.zip.html
Potete inoltre vedere alcuni videoclip di Flavio Pescosolido tratti da “rosso”,nel suo personale canale youtube: http://www.youtube.com/user/pescosolido67?feature=watch