A CURA DI FRANCESCO LENZI
PLEASE DIANA”L’inevitabile”
I Please Diana sono un’interessante gruppo indie/alternative rock di Assisi;e”L’inevitabile”è il loro primo album,che esce dopo un sacco di date in giro per l’Italia.
Il quintetto è così composto:Gloria Bianconi(voce),Filippo Bovini(chitarra),Marco Sensi(Chitarra e seconda voce),Alessandro Nardecchia(basso)e Federico Croci(batteria).
La band umbra ci propone 10 tracce tra rock e melodia,con l’introspezione al centro del loro universo sonoro.
Il disco si apre con “Sospiro”,in cui la voce di Gloria narra la sue inquietudini su un”wall of sound”carico di tensione emotiva;tra sapori alternativi e liriche che indugiano nella sfera personale(“sguardi lenti,i miei tormenti/sto gridando ma tu non mi senti/non riesco ancora a credere alle tua parole”),il brano è davvero un buon inizio ed un riuscito antipasto di quello che sarà l’evolversi del disco.
“Non chiedermi perchè”è più aggressiva,con il muro di chitarre che disegna un bel tappeto tra hard rock moderno(quasi alternative metal in alcuni punti) e post-grunge,mentre il testo indaga sulle fresche ferite dell’anima e sulle psicosi dell’interiorità(“la sensazione che mi assale/non ha ragione naturale/le mie sbagliate convinzioni/rimangono solo gli errori/cerco,cerco,non riesco a scappare/dal mio ego che mi vuol accecare”).
Anche la sezione ritmica è di una precisione estrema,ma con feeling,e tutto questo fa sì che l’amalgama lirico-sonoro dei Please Diana sia molto particolare e ben riuscito.
Più rilassata e struggente è”Boreale”,dalla bellissima melodia:brividi a fior di pelle,anche se il ritornello sfodera un bel crescendo in potenza:grande lavoro da parte di tutti i musicisti e della cantante,ed uno di quei pezzi che rimane fisso in testa,ammaliando e colpendo dritto al cuore,complice anche l’eccellente testo(“e quando il vento mi attraversa/vorrei ritrovare/per poi,non lasciare/il mio tempo e le speranze perdute/svaniscono le tue certezze/un giorno mi troverai/intrappolata sotto questo gelo/non troverai una risposta/sotto questo cielo nero”).
Tra bordate di chitarre pesanti,e strofe dalla ritmica nervosa e serrata di tipica scuola”indie”,è la struttura di “Cambiamenti”,che potrebbe essere un ottimo hitsingle per la band.
La canzone presenta un grande arrangiamento,che non rinuncia mai alla forma canzone e allo stesso tempo ricerca sempre soluzioni non banali nella sua struttura;il testo è come sempre riuscito e non lascia nulla al caso nel descrivere la dissoluzione di un amore(“Non ricordo il nostro sentimento/penso e sento le emozioni di questo momento/mi ricordi i nostri fallimenti/ho bisogno di nuovi cambiamenti”).
Bellissimo il finale hard rock,con una band decisamente in gran forma.
“Come istanti”è un altro bellissimo pezzo,che sta tra melodia struggente e poderose chitarre:tra malinconia e speranza (“io me ne andrò da questo vuoto/io non sarò/una risposta al tuo fuoco”),anche questo brano ha un appeal radiofonico non male,moderno eppure così”tradizionalmente”e piacevolmente rock.
Ritornano serratissime la sezione ritmica e le chitarre su”Anima e ragione”,sempre in bilico tra melodia e potenza;un brano come il precednte molto radiofonico,ma che svela presto la sua anima alternativa( con la”A”maiuscola)e vaghe riminiscenze di punk melodico(ma è solo un gioco di rimandi,perchè la musica dei Please Diana rimane sempre molto raffinata e pulita).
“Lasciami svanire”è un brano che osa una volta di più,ed è uno dei miei preferiti del disco:qui l’introspezione si fa più marcata ma allo stesso tempo meno ingombrante e meno ombrosa(“ho trovato quel che cercavo/in ciò che pensavo/non avrei mai creduto/perchè se vado in alto/lo posso sentire/lasciandomi svanire”).
Un brano segnato da vari e riusciti cambi di tempo,ed è una vera perla insolita,che brilla di una luce molto particolare:tra le iniziali settime chitarristiche che cavalcano implacabili e i successivi arpeggi ariosi,un susseguirsi di sorprese musicali molto elaborate e convincenti.
E molto bella è pure la ballad ”posso sentirti”,in cui fa capolino una tastiera;è una canzone d’amore non convenzionale,molto rilassante e rilassata,ariosa,che dà solo sensazioni positive(“non so perchè sarei persa nella solitudine/ma so che anche lì/saresti venuto a salvarmi”).
Il tappeto sonoro ci riporta alla mente anche qualche sentore vago dello spleen caro ad alcuni gruppi post-rock,ma spostato in un contesto totalmente diverso,e dai riflessi acustici:un bel brano dall’anima essenzialmente acustica che non rinuncia perfino a dei richiami di pop”nobile”.
“Ritornerò”ci riporta ad atmosfere elettriche,tra delicati arpeggi di sapore darkeggiante in apertura ed improvvisi lampi distorti;strofe decisamente moderne ,in un connubio molto riuscito tra la bella voce di Gloria ed il tappeto chitarristico di Filippo e Marco.
Il ritornello presenta una melodia davvero insolita ed originale,che indaga tra le pieghe dell’anima,tra speranza e riflessione(“ed io ritornerò/aspetta il momento in cui io ci sarò(…)non te ne andare”),e la seconda parte svela degli insoliti controtempi di sapore quasi progressive,prima di ritornare al cantato.
Il finale del disco è affidato alla rarefatta”Quel posto che non c’è”,in cui ritornano anche le tastiere(appena accennate).
Il brano presenta due anime legate insieme:la prima parte è una sorta di ballad malinconica che porta avanti il discorsi di “posso sentirti”,ma in maniera differente e decisamente più umbratile,mentre la seconda riporta il rock al centro dell’attenzione,con le tipiche armonie struggenti che sono un po’ il trade-mark dei Please Diana.
Il testo è una riflessione assolutamente originale e personale(guardo ai ricordi che non ho/guardo a un passato che non so/guardo alle cose che non farò domani(…)e mi sento come se/dovessi credere/in qualcosa che non c’è”)che guarda sì alla sfera interiore,ma anche al dissolversi delle certezze in un mondo malato e in una realtà”moderna”che non è come vorremmo(interpretazione personale,spero di non essermi sbagliato).
Un ottimo esordio,fatto di pezzi commoventi e di melodie a cui non si può fare resistenza,unite ad un background sonoro robusto e ben curato:questi sono i Please Diana,che si confermano come una punta di diamante nella scena non solo umbra ma anche dell’intero panorama indipendente(anche se la parola”indie”è più intesa come attitudine e come”scelte artistiche”,ed è estremamente riduttiva nei confronti della band,che è-a mio avviso-molto più”tecnica”e decisamente diversa dalle altre band definite tali)e che potrebbero veramente avere un grande successo,data la qualità orecchiabile-ma lo ripeto,mai ripetitiva o scontata-delle loro composizioni.
Le foto promozionali del gruppo in cui i componenti si gettano
e ricevono secchiate d’acqua divertendosi sono emblematiche:difatti la musica dei Please Diana è appunto una fresca”spruzzata”di energia e melodia rock,giovane e matura al tempo stesso…..bravi veramente.