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1)Cosa c’è dietro il vostro nome?

Una folle fissazione di Sara per allitterazioni, assonanze e consonanze ma soprattutto la voglia di offrire una performance multimediale, di fondere musica, poesia, teatro, arti visive.  In “Chroma” si può apprezzare questa doppia valenza: si rifà tanto alla parola greca “Colore”, quindi il carattere visivo, quanto alla Croma intesa come notazione musicale e quindi la corrispondenza tra suoni e colori. “Drama” è la parola inglese per “Dramma Teatrale”.

2)Ci raccontate la vostra storia come band?

Sara e Valerio si sono conosciuti suonando in un gruppo nel 2011. Avevamo preferenze musicali molto diverse ma ci siamo accorti subito che insieme funzionavamo a meraviglia. E’ successo tutto in modo molto naturale. La parte complicata è stata trovare il resto della band, ma da marzo di quest’anno finalmente abbiamo una formazione stabile con Alessandro alla batteria e Roberto al basso. Nel 2013 siamo andati a vivere a Londra dove abbiamo vissuto per un anno facendoci conoscere attraverso vari concerti nei live club. Così siamo riusciti ad attirare l’attenzione di un recording studio con cui abbiamo iniziato ad incidere i pezzi del prossimo album e a breve lanceremo la campagna di crowdfunding per finanziarne la realizzazione.

3)Perché proprio le avanguardie storiche del 900?

Le avanguardie storiche volevano tutte offrire un’alternativa a ciò che era l’istituzione, ognuna a modo proprio. Erano tutte esasperatamente entusiastiche e attiviste. Smuovevano davvero tutto. Ci colpisce il loro essere stati movimenti culturali e non solamente artistici. Ci affascina l’apparente leggerezza con la quale affrontano temi importanti della comunicazione. Ci ispira l’ironia della loro critica alla società moderna e contemporanea. Ci appartengono molti dei loro modelli del processo creativo: le poesie nel cappello dei dadaisti, la scrittura automatica dei surrealisti, il loro continuo riferirsi all’onirico. Ci alletta l’idea di poter realizzare qualcosa di simile al teatro di varietà  e quello sintetico dei futuristi. Ci rappresenta il loro ricorso simultaneo a diversi media finalizzati ad una performance artistica.

4)Mi raccontate un po’ come è nato Chroma Drama EP?

Sono davvero le prime canzoni che abbiamo composto insieme, forse anche in ordine cronologico. Il processo creativo si sviluppa quasi sempre a partire da un arrangiamento di accordi di chitarra, su cui cuciamo la sezione ritmica che meglio riesce ad esaltare il tempo e gli accenti della canzone. Successivamente Sara si fa ispirare dall’atmosfera musicale per creare melodie vocali e metriche adatte che facciano sposare il testo ai suoni. Spesso sono proprio i suoni delle parole che le suggeriscono le melodie. Ad un certo punto abbiamo sentito la necessità di fermare le prime idee per andare oltre, di riascoltarci in un contesto diverso dallo scantinato in cui provavamo. E’ stata anche un po’ una prova del nove…se riascoltandoci non ci infastidivamo allora potevamo proseguire in quella direzione.

5)Mi parlate della copertina dell’EP?

Sara: Le foto di copertina sono di mia sorella Maria Palmieri. Per il concept abbiamo pensato insieme a qualcosa che parlasse di noi e dei temi delle nostre canzoni. Cercando dei riferimenti nella fotografia di famiglia, che è quella che per sua natura suscita immediatamente quel misto di ricordi tra la malinconia e il sorriso, abbiamo trovato una foto di nostra madre in cui lei stessa aveva cancellato il suo volto a penna. La fotografia e il ricordo, l’ovale cancellato e il mondo onirico in cui spesso non si riconoscono i volti. Ci è sembrata subito l’idea giusta anche perché spesso affrontiamo noi stessi e la nostra realtà circostante con un sentimento che definirei “odi et amo”. Anche per questo le altre immagini raffigurano un luogo fatto di sterpaglie, gramigna e cieli che promettono pioggia, all’apparenza luoghi infimi eppure, per molte persone che vivono le periferie con quell’attaccamento che viene dalle profondità dell’animo che non riusciamo mai facilmente a spiegarci, amati.

6)Cosa potete dirci a riguardo delle sonorità di questo EP?

Eravamo sicuramente ancora nella fase embrionale. Abbiamo sperimentato molto anche in fase di registrazione con tecniche di microfonazione insolite, effetti, percussioni, stoviglie varie, bombolette spray, megafoni improvvisati, cani e gatti. Ci siamo concentrati sul creare dei suoni che rendano al meglio l’atmosfera un po’ teatrale, un po’ circense, un po’ ironica ma al tempo stesso malinconica che vogliamo dare alla nostra musica. Il cantato di Sara è spesso più recitato che altro e gli effetti di voce servono a sottolineare ciò che i testi vogliono comunicare. All’epoca delle registrazioni non avevamo un basso, quindi Valerio ebbe la necessità di dover creare un suono quanto più pieno possibile che sopperisse a questa mancanza. Il risultato fu un suono caratteristico della chitarra apprezzabile un po’ in tutte le nostre composizioni, con ottave enfatizzate tramite effetti e vari delay che danno una sensazione di ambiente più ampio ma anche un po’ cupo a volte.

7)Quale è il pezzo di cui andate fieri?

Non c’è un pezzo che preferiamo più degli altri, ognuno ha un proprio carattere tipico che lo rende particolare. Possiamo dire che abbiamo un certo debole per “Blacksmith Of A Blender”, la prima traccia dell’EP, con cui solitamente iniziamo ogni concerto. È la traccia con la carica giusta per iniziare un concerto con energia!

8)Come è stato registrare questo EP?

Ad un corso di auto-produzione conoscemmo Francesco Cardillo, ingegnere del suono che aveva questa fantastica idea di registrare “a domicilio” portando tutta la sua strumentazione per adattare l’ambiente nel tuo garage, o perfino a casa tua! Finimmo per fare una full immersion di 5 giorni di registrazioni nella sua casa al mare. Eravamo sprovvisti di batterista così reclutammo Antonio Zingariello, un nostro vecchio amico che viveva a Bologna… imparò tutti i pezzi in 2 giorni di prove. Suonavamo dalla mattina alla sera e ogni tanto ci ricordavamo di mangiare. È stata un esperienza fantastica.

9)Mi parlate un po’ del vostro background musicale?

Ognuno dei componenti ha avuto esperienze con altri gruppi precedenti. In tutti i casi si trattava di band che facevano musica inedita, quindi non è stato difficile cominciare a comporre nuovi brani insieme nonostante le differenti preferenze di generi musicali. Valerio il chitarrista è un appassionato dei progetti musicali di Jack White e Joshua Homme. Sara la cantante ama tanto il punk Londinese di Sex Pistols e Siouxsie and the Banshees quanto la musica cabaret dei primi del 900. Roberto il bassista è patito degli Arctic Monkeys e in generale della scena Indie Rock. Alessandro il batterista è più sull’Hard Rock anni 70 come i Led Zeppelin…ce n’è per tutti i gusti!

Sarà per questo che ci risulta difficile rispondere alla domanda “che genere fate?”

10)Cosa bolle in pentola per Chroma Drama?

Come accennavamo prima stiamo componendo i nuovi brani per il prossimo disco che realizzeremo in uno studio di registrazione presso la “Netil House” nell’East London. A breve lanceremo la campagna di crowdfunding per finanziarne la realizzazione. La collaborazione con lo studio di Gianluca Capacchione e Marcel van Limbeek ci ha regalato la possibilità di avere alla batteria in studio Matt Chamberlain (noto session drummer di Tori Amos, Pearl Jam, Soundgarden). I primi pezzi sono pronti ma abbiamo in serbo altre sorprese… dunque per chi fosse interessato a finanziare il resto del disco e aiutarci con la campagna di crowdfunding… Stay Tuned!

11)Perché il pubblico dovrebbe ascoltarvi?

Non siamo una rock band come tutte le altre… Provare per credere:
qui potete ascoltare il nostro EP!

www.soundcloud.com/chroma-drama/sets/chroma-drama-ep

buon ascolto

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