Diamo un’occhiata veloce al disco, esteticamente.
Vediamo un orologio nella copertina, un titolo in inglese, un nome in italiano: Giorgio Rovati.
E allora vien da pensare istintivamente: il solito cantautore tra l’ironico e il riflessivo con gli arrangiamenti pop scontati.
Play alla prima traccia, Trust yourself: tutto fuorché un cantautorale standard, le chitarre distorte si fanno sentire eccome. Dopo qualche minuto ci si aspettava di una parte cantata ed invece, tutto strumentale.
Devo dire che la sorpresa è piacevole, perché si tratta di un bravissimo chitarrista e compositore.
Con Hopes and fears la sensazione è quella di un grandissimo concerto metal, di quelli epocali alla Metallica, alla Megadeth, come qualche decennio fa, in grande stile.
Chitarre pulitissime e ritmiche cadenzate, il tutto fuso in un mastering brillantissimo.
Non mancano atmosfere distesissime, seppur senza perdere il groove roccioso, chitarristico e piuttosto virtuosistico, dove si sfiorano quasi i sette minuti. Finale corposissimo.
The Garden of Love apre una parentesi tra l’ambient, il rock e la fusion.
Nel corso dell’ascolto, vediamo che questo album riesce ad evolversi senza risultare ripetitivo all’ascoltatore.
Mentre con 12:00 si picchia spesso e volentieri con ritmiche sincopate e chitarre “grosse” volutamente confusionarie, quasi al limite dell’atonale. Grande energia, forza e luce, come fosse…mezzogiorno!
Perfettamente in tema con il titolo dell’album, il brano dà la sensazione dello scorrere del tempo, dove di tanto in tanto tra un charleston ossessivo e l’altro, saltano all’orecchio degli accordi dissonanti strategici, bellissima idea.
Verso la fine del brano, tutto volge all’impazzata, per poi cambiare totalmente registro nel brano successivo, Peaceful Place , riprendono i toni di “The Garden of Love”, dove il mood è prevalentemente chitarristico (duetto di due tracce), strumentale, con atmosfere, come da titolo, pacifiche e distensive.
Prima della metà del brano, pur rimanendo in un contesto disteso, il brano si arricchisce con una batteria pacata, ma decisa e finalmente una chitarra distorta si esibisce protagonista.
I titoli rendono l’idea del brano, spesso e volentieri, sempre azzeccatissimi, come Bulldozer dove è massiccio tanto quanto promette.
E ritornano i numeri dove Seven è appunto il settimo brano, si ritorna alla fusion, al prog-metal, con accenni jazzistici, più marcati del solito in questo brano.
Ultimo brano: When we stand togheter dove si rimane su atmosfere rock abbastanza classiche, bpm di media velocità, quasi da “hit”, chiude il disco lasciando l’ascoltatore deliziato, come lo spettatore di una commedia, aspetta il suo happy end.

Giorgio Rovati - foto

Biografia:

Giorgio Rovati è un compositore e chitarrista 6 & 7 corde. A 9 anni intraprende i primi studi musicali sulla la chitarra classica e a 15 anni si “converte” alla chitarra elettrica iscrivendosi presso l’accademia di musica moderna Lizard BMG-Ricordi, con indirizzo Hard-Rock & Heavy-Metal, diplomandosi 3 anni più tardi con il massimo dei voti. Ha studiato principalmente con Alex Stornello, Nicola Balliana (Stramonio) e Lelio Padovani (Legacy, A2A), inoltre ha frequentato il corso di teoria del suono presso l’accademia Lizard di Firenze. Successivamente ha intrapreso un percorso di perfezionamento e di studio del Jazz e della Fusion con il geniale Alex Stornello presso il Modern Music Institute (MMI).
Ha partecipato a diversi seminari, clinic e masterclass tenute dai massimi esponenti nazionali e internazionali della chitarra tra cui: Frank Gambale (nr.2), Steve Vai, Paul Gilbert, Giacomo Castellano, Massimo Varini, Carl Verheyen (nr.3), Dave Hill, Bob Brozman, Michael Mellner, Alex Stornello (nr.10), Greg Howe, Guthrie Govan (nr.2), Luca Colombo, Billy Sheehan.
E’ il chitarrista e cofondatore della Prog-Metal band “CENTRICA” che nel 2008, attraverso la casa discografica francese Musea-Records, ha pubblicato il disco strumentale d’esordio.
Nel dicembre del 2014 ha pubblicato il suo disco solista d’esordio: It’s Time.
Attualmente si dedica alla composizione, alla didattica e allo studio delle più moderne tecniche chitarristiche.

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