Sentivamo proprio il bisogno di un progetto come questo, visto che in redazione arrivano dischi per la maggior parte metal, hard rock, hip hop ecc
Spesso materiale di assoluta qualità, ma ogni tanto si avverte la necessità di ascoltare qualcosa di diverso.
Ascoltiamoci il disco brano per brano e poi allegheremo alla seguente recensione la biografia dell’artista, la descrizione dei brani, il player e il videoclip, insomma tutto il materiale utile e a portata di mano.
L’album “Prepariamoci a partire” de “Il ciclista” alias di Marco Fontana apre con Concerto dalle nuvole , un apprezzabilissimo brano cantautorale dai toni molto leggeri, pianoforte, chitarra acustica, batteria discreta, qualche cenno d’effettistica, anche il testo rispecchia perfettamente l’ambiente sonoro del brano.
E “Prepariamoci a partire” ad ascoltare questa seconda traccia ed entriamo piano piano nel mondo di questo cantautore che potremmo affiancare alle sonorità di Piercortese (in primis), Cristicchi, Davide De Marinis, coniugando quel connubio perfetto di ricercatezza, “radiofonicità”, orecchiabilità, originalità.
E’ il brano che dà il titolo all’album.
Con “La resistenza” , un 3/4 dai colori poetici, tra lo scanzonato ed il sentimentale, tra il vagamente politico e l’intellettualistico con un arrangiamento minimale, sonorità retrò e moderne al tempo medesimo per un risultato finale davvero riuscito.
Interessantissimo connubio tra batteria elettronica immersa in uno scenario musicale vagamente anni trenta, con pennellate swing, con dei micro-disturbi da vinile qua e là, una melodia armoniosa ed accattivante, tutto confluisce nella quarta traccia “Hai”.
E finalmente il brano che dà il nome all’artista, “il ciclista” che dovrebbe essere il manifesto metaforico di tutto il progetto, “il ciclo delle cose vuole la sua spinta, vuole sentire la mano alla sua guida”.
Piccola “bacchettatina”: la melodia in alcuni tratti ricorda il brano di Lucio Dalla “Canzone” , ma si tratta di vaghe somiglianze in alcuni punti della strofa, non possiamo parlare di plagio vero e proprio perché il brano presenta nel suo insieme grande personalità ed espressività.
Mi piace, mi piace, mi piace…è la sesta traccia “Dove vola” che ha un sound particolarissimo: voce effettata, una chitarra “hawaiana”, una ritmica serratissima, linee di pianoforte e di basso quasi jazzate, davvero un ottimo impasto sonoro che ha quasi un effetto di “pop-lisergico”.
Molto evocativo “Sono i sogni” , accordi sospesi, atmosfera opportunamente onirica, batteria leggiadra e voce che oscilla quasi il recitar catando.
Nella seconda metà del brano abbiamo l’evolversi dell’arrangiamento che si colora di una piacevole pienezza che include anche sezioni di archi struggenti, con un risultato davvero sopraffino. Struttura tipicamente cantautorale in stile “chitarra e voce” a tratti quasi country nel ritornello, “Miliardi di parole” , penultima traccia del disco e ritornano quelle chitarre hawaiane di “Dove vola”.
Evaporiamo, il disco sta finendo, siamo all’ultima traccia con, appunto, “Evaporo” ed ecco un altro 3/4 cantautorale tra un Francesco De Gregori e un Britti parecchio Indie, una spruzzatina di Dario Brunori, un altro pizzico di Dente e possiamo vagamente rendere l’idea di questo impasto sonoro.
Biografia:
Marco nasce musicalmente all’età di 6 anni con le dita incastrate tra tasti neri e bianchi.
Dopo due anni di solfeggio la crisi esistenziale è dietro l’angolo e decide di dedicarsi esclusivamente alle elementari. Galeotti saranno, negli anni del liceo, un falò e una chitarra portata dal mare. Due anni più tardi iniziano i primi live e il ragazzo mostra una spinta propulsiva per la scrittura piuttosto che la teoria. Nel 2001 dá vita al gruppo”Quebegue”di cui è autore e compositore dei brani.
Così tra il 2001 e il 2013 suona in ogni angolo disponibile d’Italia e condivide musica con molti musicisti.
Nel 2006 Rossana Casale incide la sua canzone “Vino Divino” pubblicata nel concept album “Circo Immaginario”. Marco partecipa a concorsi tra cui il “Rock Contest” nel 2004, nel 2008 vince il concorso nazionale “New Energy Competition”e si classifica terzo al “Premio Massimo di Somma”.
Nel 2011 viene selezionato per il workshop “Sonorità Emergenti” indetto da “Pistoia Blues”. Nello stesso anno inizia a collaborare con l’associazione fiorentina “La Scena Muta” con cui partecipa a molti eventi tra cui il concerto di natale al Teatro “La Pergola” con Ginevra di Marco e lo spettacolo “Convivenze” (2012) sotto la direzione artistica di Niccolò Fabi. Nel 2012 viene selezionato tra i 60 finalisti di Sanremo Giovani con il brano “Evaporo” presente nel primo album de “Il Ciclista“. Dall’ottobre 2013 è impegnato nella scrittura e realizzazione dell’album d’esordio sotto lo pseudonimo “Il Ciclista“, nome scelto in un lungo periodo di convalescenza fisica e musicale, nato dall’esigenza di ripartire musicalmente ad ogni costo. Le canzoni, orientate nell’ambito del “Pop d’autore”, si muovono in vari generi musicali legate da un unico filo conduttore. Nei testi racconta direttamente e indirettamente la società d’oggi, i rapporti interpersonali, i desideri e gli incubi di un’ epoca complessa, stanca e spinta al limite. Comunque canzoni, da suonare con la chitarra o rifare in qualunque modo.
Pagina Fb: https://www.facebook.com/
promo radio/stampa: Giovanni Germanelli – www.germanelli.com
Descrizione dei brani:
CONCERTO DALLE NUVOLE
Il brano con cui si apre il disco è anche l’ultimo scritto. Un testo visionario in cui un protagonista si trova davanti al punto di svolta. Gli occhi aperti sono le coscienze finalmente ritrovate di un popolo addormentato. La consapevolezza di essere un peso importante della bilancia porta l’individuo a spiccare il volo e a trovare soluzioni per riportare “la vita sulla terra”. Il brano si apre con un arpeggio di chitarra acustica macchiata dall’elettronica (omaggio a Lucio Dalla, ispirato all’incipit del brano Quale allegria), fino sfociare in una ritmica rock incalzante dalle chitarre “ben tirate.” (…) Sarò il fendente dritto al ventre del sistema, avrò un impatto dirompente. Il tempo spazzare via il superfluo e liberare le stelle. E volerò, concerto dalle nuvole, riporterò le piogge tanto care al mio deserto…
PREPARIAMOCI A PARTIRE
Quando la visione di un presente lontano può essere più dolce che amara. Un inno alla partenza. Lasciare tutto al proprio posto, recuperare ogni sentimento da infilare in valigia e via. Quando l’ingranaggio di un paese si ferma a causa di meccanismi infangati e ambienti compromessi, non c’ė cosa migliore che rimettersi in movimento e cercare di mettersi in salvo anche dal proprio cinismo. (…) Prepariamoci a partire col bagaglio a mano e dentro tutto quello che ci può servire, c’è posto per i vari sentimenti ed io li metto tutti senza fare complimenti…
LA RESISTENZA
L’amore è il posto sicuro dove esprimere la propria essenza. Ci sono mille modi per raccontarsi e altrettante sfumature da dire. Una ballata dal sapore “anni ’60” incentrata su un duraturo rapporto d’amore. Protagonisti sono i due punti di vista che si attraggono e distanziano costantemente, l’impossibilità di rinunciare a questa lotta bellissima non ha forse il sapore della resistenza? (…) Avrai da contare sulle dita più di una semplice fatica, la mia amministrazione/ Avrò sotto ogni profilo le mie motivazioni, l’amore sotto la tua giurisdizione… HAI Hai è la canzone dedicata a “i cinici, i guardinghi è così sia…” Un invito a rileggere più volte il significato di una proposta, a scovarne “l’errore un po’ nascosto” per imparare a difendersi dai furbetti italiani, (che spesso e volentieri sono proprio quelli che invitano a stare alla larga dai furbetti e a cercare la propria verità evitando di affidarsi alle verità altrui.) Un brano costruito su una batteria elettronica dal groove irriverente e spinto avanti dall’incastro tra un arpeggio acustico e il basso. (…) Mai troverai la risposta migliore se guardi sotto sotto c’è l’errore un po’ nascosto. Mai mi vedrai accettare un ragionamento altrui se non ci sono un poco anch’io dentro di lui…
IL CICLISTA
La vita oggi è una strada senza cartelli e con poche vie di fuga. Fermarsi ad attendere che accada qualcosa perdendosi nell’attesa è un virus moderno in forte espansione. La canzone Il Ciclista rappresenta la grinta di chi non accetta sconfitta, incarna la possibilità di riscatto che alberga dentro ognuno di noi. Una incitazione a scrollarsi di dosso la pigrizia e a tramutare la rabbia in motivazioni. Un brano dolce ma dalla ritmica incalzante che segue l’andatura prima riflessiva, poi determinata “dell’atleta in questione”. La canzone è costruita su arpeggi acustici, pizzicati nascosti, atmosfere elettriche e un groove rotolante. (…) Come un pilota dopo il guasto ricomincia la mia caccia per raggiungere il traguardo o almeno un posto che mi piaccia…
DOVE VOLA
Una delle battaglie più frequenti dei sogni è quella per rimanere giovani. Il personaggio della canzone realizza l’improbabile sogno di partire per lo spazio con il suo razzo rudimentale e fatto a mano. Un viaggio verso la luna e i suoi crateri di formaggio per avere la conferma di quanto il nostro piccolo e colorato pianeta sia molto più affascinante se visto da così lontano. (…) Costruito un razzo piccolo e studiato ogni dettaglio preparai la mia partenza quasi come fosse un pranzo, mi convinsi che una volta fuori da quest’atmosfera avrei aperto la mia vela. E senza gravità, vento stellare a favore avrei guidato il mio sedere a destinazione…
SONO I SOGNI
Sognare ad occhi aperti è una prerogativa di molte età. Che cosa siano i sogni è una domanda che non potrà mai avere risposta certa. Sono sicuramente stimolo creativo e spunto psicologico, e certo molto di più. Sono i sogni è una riflessione nata dalla suggestione del racconto ‘Canto di Natale’ di Dickens e dal personale sogno ricorrente della caduta. Una notte vissuta nel tempo e la consapevolezza che il sogno ad occhi aperti sia consuetudine per il creativo. Una ballata eterea e spaziale in cui musica e melodia partecipano alla costruzione di “una sorta di set cinematografico onirico.” (…) Stella dominante, le altre mille si nascondo appaiate per entrare tutte quante in un occhio, ma tu, illuminante, mi hai portato al salotto dei conti in sospeso…
MILIARDI DI PAROLE C’è una sorta di potere di cui si sentono portatori tutti i detentori di un account? Lavorando dal bancone di un bar si raccolgono involontariamente molti indizi sulla società civile. Lo spunto di questo testo nasce dall’osservazione del rapporto uomo/cellulare e della distanza che riesce a crearsi tra due persone così vicine ma immerse completamente in altre realtà. Circondati da cose meravigliose e orribili, capaci si incantare falsamente lo sguardo. La diffidenza da chi costruisce la propria vita su rapporti e parole “trasmesse” piuttosto che dette. Una ballata costruita su pochi accordi di chitarra con piano, slide guitar, e un solido groove di basso e batteria. (…) Quando ci incontriamo non ci riconosciamo, è un vizio di quest’epoca veloce distrarsi faccia a faccia. Il cuore in uno schermo che porto nella tasca… EVAPORO Firenze d’estate regala il suo massimo splendore nella settimana di ferragosto. Vuota e bella come non mai, che sembra quasi chiedersi cosa esista a fare. Una caldissima notte d’Agosto e una camera da letto senza lei e senza condizionatore. Un’estate di lavoro, ti alzi dal letto, sudato e rassegnato, e ti metti a vagare per casa, a suonare. Una ballata in 3/4 sul bisogno di fresco in una notte d’inferno. EVAPORO è stato selezionato tra i 60 brani finalisti di Sanremo giovani nel 2012. (…) In centro non c’è più nessuno, torno a casa a sciogliere i dubbi che piano piano colano per terra. Ed io evaporo…